L'avvocato: «Silenzi, omissioni e complicità: come ad Avetrana»

Walter Biscotti, avvocato della famiglia Durini
Walter Biscotti, avvocato della famiglia Durini
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Settembre 2017, 10:31
Questi silenzi, queste omissioni, queste complicità: non voglio richiamare il caso Missere, ma le senzazioni e l’esperienza processuale mi dicono che bisogna ancora chiare se e quale ruolo abbia avuto la famiglia dell’indagato».
Parla l’avvocato Walter Biscotti a poche ore dalla nomina ricevuta dal padre di Nomi Durini, di seguire gli sviluppi dell’inchiesta che vede indagato il fidanzato della ragazza per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai futili motivi. Non è la prima volta che il legale di Umberto Durini affronti casi di particolare interesse mediatico: è stato l’avvocato di parte civile della madre di Sarah Scazzi (la ragazza di 15 anni fatta ritrovare morta dallo zio Michele Missere il 6 ottobre del 2010 nelle campagne di Avetrana) e l’avvocato difensore Salvatore Parolisi (il caporal maggiore condannato per l’omicidio della moglie Melania Rea del 18 aprile del 2011 a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo).
Avvocato Biscotti, perché ritiene che vada approfondito il ruolo della famiglia?
«Le mie sono sensazioni, per ora solo sensazioni, dettate dall’intervista rilasciata al padre e dalla madre a “Chi l’ha visto”. Dico questo perché successivamente il genitore ha affermato di essere stato messo a conoscenza di tutto dal figlio la sera prima. Alla luce delle esperienza maturata in tanti processo in Corte d’Assise, non posso non pensare ad aiuti forniti dalla famiglia. So che la Procura di Lecce sta svolgendo un lavoro egregio, resto però dell’idea della necessità di scandagliare il ventaglio delle possibili responsabilità anche ai genitori. Del resto c’è un dato oggettivo: il padre è indagato per concorso in occultamento di cadavere. Non so se sia stata solo una scelta procedurale per fare perquisizioni o altro, staremo a vedere. Siamo qui anche per questo».
Se dovesse profilarsi un favoreggiamento cambierebbe qualcosa?
«No. Manca la punibilità del reato: nel nostro codice non può essere contestato ad un familiare dell’indagato».
Avvocato, alla luce della ricostruzione fatta dal ragazzo e dei primi esiti dell’autopsia, che idea si è fatto: L.M. mente?
«Ho ricevuto l’incarico poche ore fa, per questo non ho avuto possibilità di valutare direttamente i fatti. Dalle notizie diffuse dagli organi di informazione e fermandomi solo a considerazioni di carattere generale, posso dire che ci siano certamente zone d’ombra nella ricostruzione del delitto. Resta da chiarire se ci siano state delle omissioni volontarie con lo scopo di proteggere qualcuno o se l’indagato non ha saputo essere più preciso durante il primo interrogatorio».
L’autopsia sembra costituire il punto di svolta dell’inchiesta: nominerete un medico legale?
«Non ne vedo la necessità. Il professore Francesco Introna (nominato dalla madre di Noemi, ndr) è uno dei migliori medici legali in Italia. Ed ho già avuto modo di collaborare con lui».
© RIPRODUZIONE RISERVATA