L'appello di Salvemini ai giovani: candidatevi

Carlo Salvemini
Carlo Salvemini
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Martedì 21 Febbraio 2017, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 15:30
Un appello ai giovani. Che siano protagonisti del cambiamento. Carlo Salvemini punta su una nuova generazione di amministratori e in perfetto stile americano fa sua la campagna “Not too young to run” con l’obiettivo di stimolare la candidatura dei giovani a livello mondiale. E dunque no, non siete troppo giovani per candidarvi, è questo il senso dell’appello del candidato sindaco del Partito Democratico. «Siete le menti migliori che vengono chiamate ad animare le campagne elettorali, le intelligenze più vivaci che vengono coinvolte nei tavoli tematici per la stesura dei programmi, le energie più fresche che affiancano i candidati – scrive Salvemini - Eppure, puntualmente, la vostra generazione di talenti viene lasciata sugli spalti, a guardare, mentre altri, con altri interessi, giocano la partita».
Nella tornata elettorale 2017 dunque si cambia «schema» mettendo “da parte” questa o quell’altra candidatura che ha un peso politico e rischiando, coraggiosamente, puntando sui giovani. «Quando si ha la responsabilità di mettere insieme una squadra credibile, si è di fronte ad un bivio: bilanciare ogni singola candidatura, soppesandola, valutandone gli equilibri politici e i contrappesi elettorali – aggiunge il candidato - Oppure avere il coraggio di investire in una nuova generazione di amministratori capaci, creando le condizioni per far nascere e crescere un nuova classe dirigente. È una sfida, questa, che si può lasciare ad altri. O provare a lanciare a se stessi. Io ho scelto la seconda opzione. Ed è per questo che faccio mia la campagna “Not too young to run” delle Nazioni Unite che vuole stimolare la candidatura dei giovani a livello globale. Ne condivido l’idea di fondo: se i giovani non sono troppo giovani per scegliere i candidati che li rappresentano, allora non sono troppo giovani per candidarsi in prima persona».
 
Un invito a sentirsi partecipe, correre in prima persona.  «Spendersi per la propria città è la più bella forma di apprendistato civico, è l’orizzonte politico più nobile che dobbiamo costruire insieme. Chiedere ad una generazione di candidarsi non come operazione di maquillage, o per inseguire il mito del giovanilismo è la grande sfida che anche a Lecce dobbiamo vincere.
Per renderci credibili, io per primo, e perseguire l’obiettivo di portare dentro il Comune le energie migliori di questa città – conclude - Solo così saremo in grado di generare non un cambiamento fine a se stesso ma una nuova stagione di protagonismo civico capace di coinvolgere chi finora s’è sentito escluso. Il futuro non ci basta più, questo è il vostro tempo: Lecce ha bisogno di voi».
Intanto si lavora alle liste. A sostegno del candidato Salvemini ci sarà quella di Lecce Città Pubblica e quella di partito: il Pd pronto a scendere in campo anche se sembra sarà senza big. I dem che svolgono già ruoli istituzionali sono stati invitati sia dal segretario cittadino Fabrizio Marra che dal segretario regionale Marco Lacarra a candidarsi, sia direttamente che indirettamente. Tutti hanno scelto la seconda opzione. Di certo nella lista Pd ci saranno i consiglieri uscenti: Paolo Foresio, Antonio Rotundo, Sergio Signore, in forse Antonio Torricelli. Tra i ritorni anche Paola Povero. Per la Puglia in Più di Dario Stefàno certamente ci sarà il segretario cittadino Giuseppe Renis. Poi ci sono le due liste dei movimenti civici Idea per Lecce che vedrà candidato Ernesto Mola, e Una buona storia per Lecce con Giuseppe Fornari e l’ex consigliere comunale dem Angela Maria Spagnolo. 
Intanto i segretari del Pd, Salvatore Piconese (provinciale) e Fabrizio Marra (cittadino) chiudono la porta a Sergio Ventura: «La presenza e le dichiarazioni di Sergio Ventura all’inaugurazione del comitato elettorale del candidato sindaco di “Un altra Lecce” Alessandro Delli Noci, rappresentano una posizione inconciliabile dello stesso con la sua presenza ed iscrizione nel Pd. Ancor di più - scrivono - il suo ruolo assunto di recente di coordinatore della suindicata lista, non può che far prendere atto alla segreteria provinciale e della città capoluogo del Pd della scelta di un percorso radicalmente differente intrapreso dall’architetto Ventura, che lo pone automaticamente fuori dal partito». 
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