Brucia e affonda lo yacht della moglie di Semeraro

Brucia e affonda lo yacht della moglie di Semeraro
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Lunedì 27 Giugno 2016, 18:19 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 16:18

Inferno di fuoco e fiamme dal primo pomeriggio di ieri fino a notte inoltrata, ieri al largo degli Alimini di Otranto. Lo
yatch di 24 metri “Way out” dell’imprenditrice salentina Elena Galluccio, moglie dell’ex patron del Lecce Calcio Giovanni Semeraro, presidente della “Clinica Santa Maria” di Bari, ha preso fuoco verso le 17.30 ed intorno alle 21 si era già inclinato verso poppa avvolto nelle fiamme propagatesi anche su una parte del carburante uscito dai serbatoi. Tre persone sono state tratte in salvo quando ancora il fuoco era contenuto sotto la coperta dell’imbarcazione partita dai cantieri Danese di Brindisi e diretta alla Blue Salento di Gallipoli: due componenti dell’equipaggio, uno di Castro, l’altro di Brindisi, nonché un loro amico anch’egli di Castro. Il timore dell’inquinamento di quel tratto di mare a circa due miglia dalle affollate spiagge degli Alimini è stato al centro dell’intervento della nave “Visone” del Ministero dell’Ambiente, gestita dalla società Ievoleco: la zona è stata circoscritta con le boe e le paratie per il contenimento del carburante.
Da questo stessa nave sono partiti i gettiti di acqua sparati dal cannone di prua, nel tentativo di contenere l’incendio. Tuttavia con il passare delle ore le fiamme hanno divorato questo yatch in vetroresina, destinato inevitabilmente a colare a picco sul fondale che misura circa 30 metri di profondità.

Stime ufficiali ancora non ce n’erano ieri sera sul quantitativo di carburante trasportato: se in un primo tempo si parlava di settemila litri, in serata il quantitativo è sceso a 3.500 litri. La documentazione di bordo ed una ispezione dei sommozzatori potranno meglio chiarire se e quale rischio ci sia per l’ecosistema marino e, di conseguenza, quale impatto potrebbe avere sul turismo questo incidente. Perché di incidente si parla: di un corto circuito.

Ottimista ieri sera il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi: «L’incendio ha attaccato la sala motori, il carburante è andato in fiamme e non è stato possibile estinguere l'incendio, anche se gli uomini della Capitaneria si sono impegnati al massimo. Il rischio inquinamento esiste, ma è molto ridotto per vari motivi: innanzitutto il combustibile si è consumato nell’incendio, per cui non si disperderà in mare.

Poi è stata sul posto la nave Visone del Ministero dell'Ambiente che ha organizzato il contenimento degli inquinanti ed una prima azione di bonifica». Ma non è possibile rimorchiare lo yatch? «Purtroppo no, difficile è pericoloso, per cui ora affonderà a circa 30 metri per poi essere recuperato a spese dell’armatore».
Sono intervenuti anche due rimorchiatori, insieme con la nave Visone e la motovedetta della Capitaneria che ha trasportato a terra l’equipaggio e l’ospite. Alle prime operazioni di soccorso ha partecipato anche un finanziere del gruppo Aeronavale di stanza ad Otranto per monitorare l’arrivo degli extracomunitari. Libero dal servizio, era a pesca con il suo gommone quando ha notato la coltre di fumo uscire dalla yatch. In serata Giovanni Semeraro, accompagnato dai figli Rico e Pierandrea, si è recato ad Otranto per denunciare l’incendio dell’imbarcazione.

La scena è stata notata anche dai bagnanti. E tra foto e riprese sono arrivate decine di chiamate al numero d’emergenza 1530 della Guardia costiera. Anche loro, i bagnanti, come i turisti ed i residenti, oggi vogliono capire se l’incidente alla “Way out” rischia di compromettere il mare a cinque bandiere blu di Otranto. E.M.
 

 

 

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