Imid, non ci furono truffa e peculato

Imid, non ci furono truffa e peculato
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 23 Settembre 2016, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 13:01

Archiviata l’inchiesta che ha visto l’ex direttore del centro di cura delle malattie immunomediate “Imid” di Campi Salentina, indagato per chiarire se rispondesse o meno di truffa, peculato, concussione, abuso di ufficio in concorso ed interruzione di un servizio di pubblica necessità.
Mauro Minelli, 59 anni, di Campi, esce indenne dalla vicenda. Ad un anno dalla chiusura delle indagini del pubblico ministero Antonio Negro, il giudice per le indagini preliminari Carlo Cazzella ha accolto la richiesta presentata dal pm Angela Rotondano, diventata intanto titolare di quel fascicolo.
Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare anche la decisione sugli altri sette indagati. E cioè l’ex direttore generale della Asl, Valdo Mellone, 67 anni, originario di Taranto; l’ex direttore sanitario Ottavio Narracci, 57 anni, di Fasano (in provincia di Brindisi); l’ex direttore amministrativo Antonio Vigna, 66 anni, di Matino; l’ex commissario straordinario della Asl, Paola Ciannamea, 65 anni, di Lecce; il direttore amministrativo Vito Gigante, 57 anni, di Giuggianello; il direttore sanitario Francesco Sanapo, 67 anni, di Specchia; e Grazia Pino, 41 anni, di Novoli, infermiera dell’Imid e persona di fiducia di Minelli.

I legali del dottor Minelli, gli avvocati Anna Centonze e Giuseppe Terragno, vollero chiarire subito il merito delle accuse, una volta chiuse le indagini. E per questo fecero sottoporre il professionista all’interrogatorio con il pubblico ministero Rotondano per rispondere alle domande scaturite dagli accertamenti condotti dai carabinieri del Nas: se fosse vero che l’Imid venne impiegato talvolta come laboratorio privato, come pure se alla Asl non venne versate il 30 per cento dell’onorario del medico ed anche se le tariffe lievitarono anche fino a 250 euro. Al centro di quell’interrogatorio anche il problema se l’Imid avesse tutti i requisiti per diventare punto di riferimento dei pazienti afflitti da malattie rare.
L’orientamento prima del magistrato titolare dell’inchiesta e poi del giudice dell’archiviazione, ha scritto la parola fine alle ipotesi accusatorie. “La vicenda giudiziaria che ha riguardato il dottore Mauro Minelli, già dirigente responsabile del centro Imid-Unit di Campi Salentina, scaturita nel contesto delle avverse polemiche sollevate dall’Ordine dei Medici di Lecce e dal suo presidente, il dottore Luigi Pepe, ha trovato definizione all’esito delle indagini avviate dalla magistratura leccese nel febbraio 2013», spiegano i legali. «L’interrogatorio dell’indagato e ha offerto una serie di elementi in base ai quali il pubblico ministero ha ritenuto di svolgere ulteriori indagini il cui esito ha rivelato l’infondatezza delle ipotesi di truffa aggravata e peculato inizialmente delineate. L’esito della vicenda restituisce all’interessato la dignità ed il prestigio che merita. Non si può dimenticare, infatti, come il dottore Minelli fin troppo spesso sia stato coinvolto da una negativa eco mediatica alimentata dalle frequenti indiscrezioni e dalle ripetute strumentalizzazioni di quanti volevano vedere distrutto il centro Imid ed il suo dirigente».

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