«Il reparto sta per chiudere: dovrò partorire in 24 ore»

«Il reparto sta per chiudere: dovrò partorire in 24 ore»
di Daniela PALMA
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Martedì 19 Settembre 2017, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 11:31
A pochi giorni dalla chiusura del reparto di Ostetricia dell’ospedale di Casarano e dal trasferimento di medici e servizi al presidio di Gallipoli, la giornalista Daniela Palma, collaboratrice del Nuovo Quotidiano di Puglia e in attesa di partorire, racconta la sua corsa contro il tempo. Tra paure, disagi e paradossi.

Si fa presto a dire “riordino ospedaliero” da una scrivania degli uffici della Regione Puglia a Bari. Più complicato è vedere le cose dalla parte dei pazienti, essere un’aspirante mamma con un bimbo in grembo a pochi giorni dal parto, e rincorrere notizie sempre diverse e contraddittorie che si susseguono su alcuni ospedali del Salento, in questo caso il “Ferrari” di Casarano. E, si badi bene, l’ampia parabola delle informazioni in circolazione va da “questo reparto chiuderà la settimana prossima” a “state tranquilli, rimarrà aperto e funzionante anche nei prossimi mesi”. Una storia appassionante, senza dubbio. Peccato che per qualcuno come la sottoscritta, all’alba della sua quarantesima settimana di gravidanza, (l’ultima, ritardi del bimbo a parte), di tempo per stare a vedere cosa si decide e cosa succede ai piani alti di Bari e delle Asl non ce ne sia. Anzi: secondo una delle notizie che rimbalzano in reparto, ho 24 ore di tempo per farmi venire le doglie, rompere le acque ed entrare in travaglio. Proprio così: se voglio partorire nel punto nascita del “Ferrari” di Casarano – l’ospedale più vicino, quello in cui lavora il medico che mi ha seguito fino ad oggi e dove ho sempre fatto tutti gli esami, prelievi, ecografie e tracciati, trovandomi sempre bene – devo farlo entro domani, 20 settembre 2017. “Dopo questa data il reparto non accetterà più nuovi ricoveri per smaltire chi è già dentro in vista della chiusura del reparto del 30 settembre prossimo” – dice una notizia diffusa tra camici e pancione. Una cosa certa? Non sia mai: anche su questo c’è chi dice sia vero e chi dice che non lo è. E non lo dice la sora Pina, ma gli stessi medici, infermieri e paramedici che – loro malgrado – credo ne stiano capendo quanto me, cioè niente. “Doveva chiudere pure il 1° settembre e poi hanno rimandato”, ricorda qualcuno citando la proroga stabilita dalla Regione, con la fantomatica chiusura slittata dall’inizio alla fine di Settembre. Ora che il 30 Settembre è vicino si chiuderà davvero o ci saranno altri colpi di scena politico - burocratici? E nel frattempo che fare? C’è chi consiglia “vieni lo stesso”, chi “non possiamo fare niente è stato deciso così” e chi “sono anni che dicono così poi non chiudono mai”. Nell’ospedale di Gallipoli, intanto, una delle alternative a disposizione, dove verrebbe trasferita una parte del personale medico a partire dal 1° ottobre (forse, con il condizionale, ci mancherebbe), la risposta è: “Signora, se deve venire qui dobbiamo prenotare un pre-ricovero per farle tutte le analisi, aprire una cartella clinica a suo nome e raccogliere le informazioni necessarie, ecografie, tampone, prelievi, tracciati: diversamente non sapremmo nulla della sua gravidanza e del suo stato di salute”. Giusto e sacrosanto.
 Ma… tutto daccapo? Ora: fosse Natale, la questione mi ricorderebbe tanto Giuseppe con Maria incinta che cercano un posto per partorire e trovano porte chiuse, riparando alla fine in una stalla. Solo che Natale non è, io non sono certo Maria, e la mia pazienza si sta esaurendo. Dice, “è normale che in quei 10 giorni di passaggio ci siano disagi”. Ok, quindi che faccio? Tra Casarano e Gallipoli partorisco a metà strada? Mi conviene riempire la vasca da bagno di casa e aspettare lì? Emiliano, se te piju te fazzu intrafore.
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