I balneari per il ripascimento: sabbiodotto come a Riccione

I balneari per il ripascimento: sabbiodotto come a Riccione
di Valeria BLANCO
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Venerdì 11 Novembre 2016, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 12:54
Un “sabbiodotto” in grado di trasportare la sabbia dai luoghi in cui si accumula - come gli imbocchi dei porti turistici o le cave marine - su quella parte del litorale che soffre del problema dell’erosione. È questa la proposta che Federbalneari ha presentato l’altra sera al Jolly Park hotel di Gallipoli agli amministratori di quattro tra le più belle città costiere del Salento: Gallipoli, Nardò, Otranto e Porto Cesareo.
 
«Nel nostro recente viaggio in Romagna - racconta il presidente di Federbalneari, Mauro Della Valle - abbiamo anche cercato di confrontarci con i colleghi sul problema dell’erosione costiera che affligge il Salento così come Rimini e Riccione. E abbiamo deciso di mutuare da quest’ultima città un sistema all’avanguardia per il ripascimento, che prevede l’utilizzo di un “sabbiodotto” per trasportare la sabbia dai luoghi in cui si accumula a quelli che, invece, soffrono per la sua carenza».
Si tratterebbe di installare nelle località interessate dall’erosione un tubo non invasivo, perché non sarebbe interrato ma soltanto poggiato sulla sabbia. «Un’estremità - prosegue Della Valle - andrebbe posizionata all’imbocco dei porti turistici, dove alcuni studi hanno dimostrato che esistono degli accumuli di sabbia. Qui, con un aspiratore si preleverebbe la sabbia da “sparare” laddove l’arenile è più povero». Così, un unico tubo potrebbe risolvere d’incanto almeno due problemi: quello del ripascimento e la necessità dei dragaggi periodici dei porti per mantenere sicuro l’attracco e impedire che le imbarcazioni si possano arenare.
Una soluzione adatta anche alle città, come Gallipoli, che ancora non possiedono un porto turistico. «In questo caso la sabbia si prenderebbe dalle cave marine, grandi accumuli sabbiosi dei quali la regione ha appena completato la mappatura».
Un’idea - quella del “sabbiodotto” - che ha entusiasmato i sindaci di Gallipoli e Otranto, Stefano Minerva e Luciano Cariddi, presenti all’incontro, e che non ha trovato ostilità né da parte del rapprsentante dell’Area Marina protetta di Porto Cesareo, né della consigliera del Comune di Nardò.
Naturalmente le operazioni di ripascimento dovrebbero svolgersi durante l’inverno. quando, cioè, i tubi e la draga - il battello necessario per trasportare un’estremità del tubo a ridosso della battigia - non disturbano turisti e bagnanti.
Analizzati anche i costi dell’operazione, che in Romagna è stata finanziata dalla Regione. «Si tratterebbe - prosegue Della Valle - di circa 2 milioni per ciascun Comune per l’installazione del tubo, mentre la draga, che costa circa 700mila euro, potrebbe essere unica e condivisa. Nell’ipotesi che Gallipoli, Otranto, Nardò e Porto Cesareo volessero adottare il “sabbiodotto”, servirebbero quindi circa 11 milioni di euro». Una cifra ingente, certo, ma che comunque sul lungo periodo consentirebbe un risparmio rispetto ai costi attuali per i dragaggi, operazione che qualche tempo fa costò al Comune di Otranto una cifra molto vicina ai 2 milioni di euro e che, per di più, va ripetuta a distanza di pochi anni.
La sfida adesso è quindi quella di intercettare l’nteresse della Regione, per ottenere il finanziamento dell’opera.
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