Hanno ucciso l’uomo ragno? Mistero in cella, c’è l’inchiesta

Hanno ucciso l’uomo ragno? Mistero in cella, c’è l’inchiesta
di Claudio TADICINI
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Sabato 10 Dicembre 2016, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 13:30
Lo hanno trovato esanime nel bagno della sua cella, ma per lui, nonostante i tempestivi soccorsi delle guardie carcerarie, non c'è stato più nulla da fare.
La vittima è il detenuto salentino Antonio Silvestri, 47enne originario di Calimera, conosciuto nel Padovano con il soprannome di “Uomo Ragno” per la sua abilità di scalare balconi e grondaie delle abitazioni, in cui si introduceva per rubare.
Una morte misteriosa, quella di Silvestri, avvenuta all'interno della casa circondariale di Padova dov'era detenuto: solo l'autopsia eseguita ieri mattina potrà chiarirne le cause. A quanto è dato sapere, sul corpo dell’uomo non c’erano evidenti segni di violenza. Intanto, però, per vederci chiaro la Procura di Padova ha aperto un’inchiesta.
La tragedia si è verificata sabato mattina, quando un agente penitenziario, durante un normale giro di ronda tra i corridoi del carcere, si è accorto che l'uomo si trovava disteso per terra nel bagno della sua cella, ormai agonizzante.
Intuendo subito che le condizioni del salentino fossero critiche, l'agente è intervenuto in suo soccorso. Praticandogli il massaggio cardiaco in attesa dell'arrivo del 118, sperava di riuscire a salvargli la vita. Purtroppo, però, così non è stato.
Silvestri, che stava scontando nel carcere di Padova un cumulo di pene divenute definitive, è morto poco dopo l’arrivo dei sanitari. Per lui, infatti, ogni tentativo dei medici di strapparlo alla morte si è rivelato vano.
 
Sul decesso dell'uomo – che non presentava alcun segno di violenza sul corpo - la Procura ha aperto un'inchiesta: ieri mattina il medico legale ha eseguito l'esame autoptico sul corpo per accertare i motivi che hanno provocato la morte repentina e inattesa, ma gli esiti dell’autopsia saranno resi noti soltanto nei prossimi giorni.
Il calimerese era divenuto molto noto alle cronache venete per una serie di furti e rapine, di cui si era reso responsabile soprattutto negli ultimi anni. Furti rocamboleschi, tanto da far guadagnare al 47enne il soprannome di “Uomo ragno”.
Trasferitosi oltre una dozzina d'anni fa nel Padovano, Antonio Silvestri era divenuto un abile scalatore. Aveva pensato bene di mettere questa sua abilità al servizio del crimine. Usando abilmente corde e moschettoni, infatti, riusciva davvero ad arrampicarsi sui palazzi proprio come il supereroe della Marvel.
Abilità che, tuttavia, sfruttava non per salvare persone in pericolo come faceva l’Uomo ragno, ma per introdursi negli appartamenti e rubare o rapinare i proprietari, minacciandoli con una siringa insanguinata.
Nel maggio scorso il 47enne era ritornato in carcere, dopo l'ultima condanna (tre anni e quattro mesi) rimediata per una rapina in casa commessa sempre in Veneto nel 2014.
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