Gli nega l'amicizia su facebook e lui la minaccia: salentino residente in Svizzera rischia il

Gli nega l'amicizia su facebook e lui la minaccia: salentino residente in Svizzera rischia il
3 Minuti di Lettura
Sabato 17 Settembre 2022, 17:15 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 11:08

Gli nega l'amicizia su facebook e lui la minaccia:  Antonio D’ Autilia, 36 anni, di Castrignano dei Greci, residente a Zurigo sarà in aula il prossimo 21 ottobre. In occasione dell'udienza preliminare, davanti al giudice Sergio Tosi, il 36enne potrà chiedere patteggiamento o rito abbreviato. L'uomo, che da anni vive a Wallisellen, era stato arrestato dalla polizia svizzera lo scoro luglio e trasferito nel carcere di Milano: nell'interrogatorio davanti al giudice Simona Panzera, non solo ammise le sue colpe ma chiese scusa alla vittima e ammise di avere bisogno di un supporto psicologico.

Le conversazioni sui social e poi le minacce

La giovane ha rifiutato la richiesta di amicizia su Facebook arrivata da un salentino residente da diversi anni in Svizzera che per questo l’avrebbe minacciata di ammazzarla, di sfregiarla con l’acido e di violentarla: «Questa estate appena arrivo a Lecce mi danno il tuo indirizzo, preparati, puoi bloccarmi quando c...vuoi...per me non ti puoi nascondere. Ti ucciderò lentamente».

Queste ed altre le minacce, veicolate attraverso i social Facebook ed Instagram, che sono costate il carcere ad Antonio D’ Autilia, 36 anni, di Castrignano dei Greci, residente a Zurigo.

L'uomo finì in carcere per tutelare l’incolumità della ragazza, del suo fidanzato anche per la frase «vi seppellisco vivi», della sorella, di una cugina e di tre amiche. Tutte contattate e sistematicamente minacciate, sostiene l’accusa di atti persecutori aggravati, anche attraverso video e foto con immagini macabre e violente.
D'Autilia che ne avrebbe fatto un chiodo fisso il prendersi la vita di questa ragazza e di privarla della libertà di scegliere con chi avere relazioni sui social e nella vita reale. Bannato più volte, anche con profili diversi da quello con il suo vero nome, piuttosto che rinunciare si sarebbe accanito ulteriormente. I rifiuti sarebbero diventati una sfida. E lo avrebbero incattivito ulteriormente: «Più dispetti fai, più ospedale ti aspetta, tu e quel...(usa un’offesa sessista, ndr) che ti sta accanto...per mancanza di rispetto ti prendi un paio di sberle...(altro insulto, stavolta rivolto alla ragazza, ndr). È stato un piacere giocare con te...ah quante sberle ti aspettano. Non ti preoccupare non sei la prima che perde contro di me». Poi le minacce di morte: «...due sberle sono meglio che stare sotto terra, credimi. La p...di tua sorella si farà un paio di mesi in ospedale...questo succede quando giochi con le persone sbagliate. Dovevo stare in carcere o sotto terra». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA