Giovani sindaci in campo: «Cambio generazionale a Lecce con Delli Noci»

da sinistra: Minerva, Mellone, Delli Noci
da sinistra: Minerva, Mellone, Delli Noci
di Francesca SOZZO
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Giovedì 20 Ottobre 2016, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 13:29
Giovani sindaci crescono. Il ricambio generazionale politico «o te lo prendi o nessuno te lo lascia». Parola di Stefano Minerva. Il sindaco di Gallipoli (Partito Democratico) eletto la scorsa primavera nella città ionica ne è un esempio. Certo ha avuto l’appoggio del partito ma ci ha creduto, tanto quanto il suo vicino di casa Pippi Mellone che oggi guida la città di Nardò. Storie differenti, storie di trent’enni che hanno voluto dimostrare che giovani è sinonimo di buon governo, di buona amministrazione. E se è accaduto nella provincia può accadere anche nel capoluogo. E l’assessore comunale alle Politiche Innovative e Smart City Alessandro Delli Noci potrebbe esserne un esempio. Da Gallipoli e Nardò arrivano i complimenti diretti all’assessore che nei giorni scorsi è stato protagonista di una presa di posizione nei confronti del suo stesso sindaco Paolo Perrone. Il giovane assessore sarebbe potuto essere il candidato “trasversale” in grado di intercettare consensi da parte di entrambi gli schieramenti. Un rumors che ha consentito al sindaco Perrone una battuta - «l’assessore Delli Noci è troppo impegnato a capire da che parte stare» - fatta durante una conferenza stampa e mal digerita dallo stesso assessore. «Essere trasversali è un valore aggiunto e non un problema», ha ribattutto il giorno dopo Delli Noci dicendo chiaramente che era giunto il momento di portare al centro della poltica i programmi, le idee e i cittadini.
L’invito, dunque dei giovani sindaci: «Alessandro non ha bisogno di consigli, è un bravo amministratore, brillante e competente e deve andare a prendersi ciò che gli spetta su Lecce». Invocano il ricambio generazionale i sindaci anche per la città di Lecce. Mellone sta lavorando anche nel capoluogo, oltre che su Galatina e Galatine, alla lista “Andare Oltre” con la quale a Nardò è riuscito a sbaragliare i suoi concorrenti nelle ultime amministrative. Basta crederci, secondo Mellone, nel senso che nessuno incorona un’altro: «I primi a credere in se stessi devono essere proprio i giovani», prosegue Mellone che ha lavorato tanto per raggiungere il suo obiettivo. Non senza criticità: «Abbiamo costruito un’alleanza civica al centro del progetto Andare Oltre che è stato il più votato della coalizione e siamo riusciti a rinnovare il 95% del consiglio comunale. Le difficoltà maggiori sono state non avere nè padrini nè padroni che può essere un aspetto positivo, ma abbiamo lavorato tanto con forme di autofinanziamento», per il resto è stata una guerra ccontro la «ritrosia di quanti non vogliono scommettere sui giovani. Invece sia io che Stefano (Minerva) stiamo dimostrando che i trentenni possono ben governare». 
Dunque basta «puntare sull’usato», per prendere in prestito una battuta del sindaco Mellone e «combattere con le unghie e con i denti perché nessuno verrà mai ad incoronarci». Mellone dunque al momento è al lavoro per portare il suo movimento in altri comuni in cui si vota nella prossima promavera. «Corteggeremo Delli Noci? Se sarà della partita è scontato che lo sosterremo».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco di Gallipoli Minerva, che da spettatore dice: «Io sono uomo del Pd e per il centrosinistra continuerò a lavorare. Ma posso tranquillamente dire che Delli Noci è il miglior assessore di Perrone e che ha fatto benissimo a sottolineare che essere trasversali è solo un valore aggiunto. Però devo anche dire che il centrodestra non avrà mai il coraggio di candidarlo». Non candiderebbe mai un giovane «così come non lo farebbe il centrosinistra. A me avrebbe fatto piacere anche la candidatura di Paolo Foresio, ma purtroppo il ricambio generazionale o te lo prendi o non te lo da nessuno».
Alla guida della città ionica oggi Minerva ammette che la cosa più difficile che ha dovuto affrontare nel suo percorso politico è stato proprio quello di «dover combattere con la vecchia guardia che pensa che un giovane di trent’anni non possa ricoprire un ruolo del genere». Non resta dunque, secondo i due giovani amministratori, dimostrare che hanno torto e per farlo bisogna impegnarsi e credere in se stessi.
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