«Tari bassa, un miracolo. Gestione frenata dai ritardi della Regione»

Mauro Giliberti, candidato sindaco per il centrodestra, rifiuti e pulizia: la sua foto della realtà.
«Siamo drammaticamente frenati dalla mancata chiusura del ciclo dei rifiuti da parte della Regione. A Lecce abbiamo la Tari più bassa fra i Comuni capoluogo in Puglia, e sotto la media nazionale. È un miracolo. Riusciamo, in parte, a far funzionare il sistema solo grazie alla collaborazione dei cittadini. Poi c’è una fetta di incivili che non paga la Tari, getta i rifiuti per strada e non fa la differenziata: devono essere scovati e trattati come evasori».
Monteco ritiene che i costi siano sottostimati. E il capitolato vecchio. Ci sono margini per migliorare il servizio tenendo bassa la Tari?
«Sì, se la Regione chiude il ciclo dei rifiuti. Il problema non è il capitolato, che comunque necessita di aggiustamenti. La cattiva politica regionale rischia di mandare sul lastrico tanti Comuni. Basti dire che più differenziamo, più rischiamo di pagare perché non ci sono impianti di compostaggio per smaltire l’organico differenziato in territori vicini».
Le sue proposte per l’ambiente.
«La Regione calmieri le tariffe per il conferimento agli impianti e ci metta nelle condizioni di raggiungere almeno il 65% di differenziata per evitare l’ecotassa regionale. Così potremmo impiegare le risorse per aumentare la frequenza dei passaggi per l’organico ed estendere il porta a porta in campagna. Vendola ha lasciato ai privati un monopolio: non ha voluto realizzare termovalorizzatori pubblici e ha, di fatto, lasciato carta bianca ai privati sui prezzi, che i cittadini devono subire. In più, sulle nostre spalle gravano i costi derivanti dai trasporti: non possiamo conferire alla discarica di Corigliano, realizzata con fondi pubblici e mai aperta, ma a Statte. Ed Emiliano non ha risolto il problema, che mi pare più importante del congresso Pd. Su questo tema, spero di leggere da parte di Salvemini una presa di posizione forte nei confronti di Emiliano e della Regione».