Tap, il Tar blocca l’espianto di ulivi: fino al 19 lavori sospesi

Tap, il Tar blocca l’espianto di ulivi: fino al 19 lavori sospesi
di Francesco G.GIOFFREDI
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Venerdì 7 Aprile 2017, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 13:40

Stavolta a esultare è il fronte del “no” al gasdotto Tap: dai giudici amministrativi arriva lo stop temporaneo all’espianto dei 211 ulivi. Cantiere a San Foca congelato, per ora e tuttavia con effetto immediato: la misura è cautelare e la decisione di merito è fissata per mercoledì 19. Tradotto: partita tutta da giocare, oltretutto il provvedimento non intacca né tantomeno compromette la Valutazione d’impatto ambientale e l’autorizzazione a realizzare l’infrastruttura da 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno.
La decisione del Tar Lazio piomba dopo dieci giorni d’alta tensione, mobilitazioni, camion bloccati, rimpiattino politico-istituzionali e accuse incrociate intorno al cantiere del gasdotto. I giudici amministrativi hanno sospeso l’autorizzazione all’espianto su sollecitazione della Regione: l’amministrazione Emiliano aveva presentato istanza per l’annullamento (previa, appunto, sospensione) delle note del ministero dell’Ambiente con cui era stata dichiarata «pienamente ottemperata» la prescrizione A.44 della “fase 0” dei lavori. Note che il dicastero aveva inviato tanto alla Regione quanto alla Prefettura di Lecce. La A.44 è il fulcro della querelle sull’espianto degli ulivi: secondo la Regione, che ha il ruolo di “ente vigilante”, la prescrizione non risulterebbe soddisfatta, e peraltro il ministero - si legge nel ricorso - si sarebbe «del tutto illegittimamente sostituito alla Regione nell’esercizio di una precipua competenza regionale», quando invece è «del tutto privo di competenza in ordine alla verifica di ottemperanza della A.44». Insomma: Emiliano ritiene d’essere stato esautorato e scavalcato, norme alla mano.
Nelle quattro pagine griffate Tar è spiegato che «la misura cautelare è accordata ai soli fini dell’immediato riesame dell’atto impugnato da parte del ministero dell’Ambiente», in relazione «alle osservazioni e alle competenze della Regione» e «in base alla presentazione al medesimo ministero di istanza di verifica di assoggettabilità a Via del progetto esecutivo del microtunnel». Del resto, il microtunnel è l’altro fronte d’opposizione frontale e muscolare all’opera: impossibile, è la tesi della Regione, sancire «la completa ottemperanza della A.44 e autorizzare l’espianto degli ulivi» dato che c’è una stretta correlazione tra «procedimento Via dell’intera opera e quello di verifica di assoggettabilità a Via del microtunnel».
Ad ogni modo, i giudici amministrativi riconoscono che «la questione sottoposta a giudizio investe notevoli interessi pubblici riferiti a un’opera di rilevante importanza strategica nazionale, le cui modalità di realizzazione debbono ritenersi definitivamente approvate, ma con puntuali misure di mitigazione del’impatto ambientale», a cominciare dal reimpianto nella sede originaria degli ulivi temporaneamente spostati.
E Tap? Dal management precisano che l’azienda «si atterrà rigorosamente a quanto disposto nel decreto» e pongono l’accento su alcuni passaggi del provvedimento: le modalità di realizzazione dell’opera «definitivamente approvate»; il «richiamo alla leale collaborazione tra autorità amministrative» nonché «alle scadenze stagionali da rispettare» (gli ulivi non possono essere espiantati in ogni mese); il rimando al ministero per il riesame della nota impugnata «sia per le competenze della Regione sulla A.44» e sia in relazione al nodo microtunnel. Tap fa però squillare il campanello d’allarme: gli alberi bloccati nell’area di cantiere «necessitano urgentemente di cure». Il borsino al momento è il seguente: 168 alberi risultano espiantati, tra questi 157 sono stati trasportati nell’area di stoccaggio di masseria del Capitano e 11 sono provvisoriamente sistemati nel deposito della società AlmaRoma; circa 30 sono stati espiantati e sostano nell’area del cantiere; 12 sono nella loro sede d’origine. Le «cure urgenti» - punta l’indice Tap - sono «attualmente impedite dal gruppo più violento di oppositori».
Dal canto suo, il ministero dell’Ambiente aveva già sciolto le riserve, rispondendo alla Regione e al prefetto di Lecce nelle scorse settimane e sostenendo che la prescrizione A.44 in seno alla Via risulta ottemperata; e che lo spostamento degli alberi ricade sotto l’ombrello della “fase 0”, pertanto non incide sull’eventuale assoggettabilità a Via del progetto del microtunnel, tenendo inoltre presente che Tap ha incassato il via libera all’espianto da Osservatorio fitosanitario e Servizio agricoltura provinciale (entrambi sotto l’egida della Regione). Risale a dieci giorni fa invece l’altra cruciale tappa giudiziaria: il Consiglio di Stato ha definitivamente bocciato i ricorsi di Comune e Regione che mettevano in discussione procedura Via e il decreto autorizzativo.
Nel nuovo ricorso però la Regione parte all’attacco, a tutto tondo: oltre a quanto già detto su “poteri di vigilanza” in seno alla A.44 e Via per il microtunnel, l’ottemperenza alla A.44 - si legge nel ricorso - «ha presentato problemi di notevole rilevanza a causa della diffusione del batterio xylella che ha imposto l’adozione di una serie di disposizioni da parte del ministero e della Regione molto restrittive sulla gestione delle piante».

Il nuovo, decisivo, round è in agenda mercoledì 19.

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