Gallipoli, il cibo sparisce dal magazzino: avviata un'inchiesta interna in ospedale

La vicenda si sarebbe verificata al nosocomio di Gallipoli da gennaio in poi

Alimenti spariti dal magazzino: avviata un'inchiesta interna in ospedale
Alimenti spariti dal magazzino: avviata un'inchiesta interna in ospedale
di Roberta GRASSI
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Martedì 11 Aprile 2023, 21:16 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 22:06

Mozzarelle, succhi di frutta, petti di pollo. Una confezione al giorno, per una serie di ammanchi nel deposito della mensa dell’ospedale su cui sono scattati accertamenti interni. La vicenda si sarebbe verificata all’ospedale di Gallipoli da gennaio in poi e sui fatti è stata avviata un’inchiesta interna da parte della società che gestisce il servizio, la Cascina srl. Nelle scorse ore sei dipendenti avrebbero ricevuto una lettera con cui si annuncia una sospensione cautelare che di fatto dà avvio a un procedimento disciplinare nel corso del quale i lavoratori potranno fornire la propria versione e contestare il provvedimento.

Contestualmente, a quanto si apprende, l’ufficio centrale del gruppo che ha sede a Roma, ha formulato una denuncia in Procura, segnalando le presunte irregolarità emerse, chiedendo quindi che siano valutate ipotesi di reato.

Gli accertamenti

Gli accertamenti hanno avuto inizio diverse settimane addietro. I sospetti sono sorti dopo che attorno al magazzino sono stati notati movimenti strani. Non gravi ammanchi, a quanto risultato. Nulla che potesse in alcun modo interferire con il servizio mensa, regolarmente offerto ai degenti senza alcun intoppo. Il via vai, a quanto ricostruito, avrebbe comunque destato l’interesse della società che, per esigenze di controllo e di regolarità assoluta del servizio, ha compiuto una inchiesta interna. 
Alcuni episodi sarebbero stati acclarati, tanto da far scattare un provvedimento per sei persone che è del tutto provvisorio e che dà formalmente via a un iter in cui i diretti interessati potranno formalmente chiarire la propria posizione.

Non c’è al momento una inchiesta penale su quanto è accaduto. Ma c’è come atto dovuto la formalizzazione di una denuncia, per non incorrere in alcun tipo di omissione. 

La lettera

Ai lavoratori sarebbe stata inoltrata una lettera in cui i fatti sono genericamente narrati. I contorni della vicenda dovranno ancora essere definiti. E non è assolutamente scontato che le persone individuate abbiano tutte avuto un ruolo nella vicenda. Da quel che si sa, quasi quotidianamente, venivano asportati dalle celle frigo e dalle dispense prodotti di vario genere e non di enorme valore. Mozzarelle, succhi di frutta, alimenti di vario genere, in piccole quantità. La frequenza degli episodi è stata monitorata, fino a giungere a un report complessivo che è finito all’attenzione del management che ha deciso di intervenire.
Bisognerà ora verificare le dimensioni del fenomeno, e quantificare l’eventuale danno arrecato, perché possa essere eventualmente risarcito. Nel corso del procedimento, in cui potranno anche intervenire i sindacati, si dovrà anche accertare se l’accaduto possa aver incrinato il rapporto di fiducia tra l’azienda e i lavoratori in questione. 
Si sa che l’erogazione dei pasti non ha subito alcun tipo di interferenza, né dal punto di vista quantitativo né da quello qualitativo. 

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