Furti, liti e denunce: è guerra tra onoranze funebri

Furti, liti e denunce: è guerra tra onoranze funebri
di Fabiana PACELLA
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Venerdì 24 Febbraio 2017, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 11:56
Onoranze contro onoranze. Il settore è quello del caro estinto, una fetta di economia che non conosce crisi, terreno scivoloso e delicato non solo per la materia di cui tratta, ma anche e soprattutto per le tensioni e le divisioni interne che molto spesso caratterizzano questo ambito.
L’ultima storia in tal senso arriva da Veglie, dove il titolare di un’agenzia ha denunciato un collega, alla guida di un’attività analoga, riconoscendo in lui il presunto responsabile di un furto ai suoi danni.
Per ora resta in piedi il condizionale, almeno fino a quando i carabinieri, che hanno raccolto la denuncia del primo, non faranno piena luce sull’accaduto. Si tratta in ogni caso del più recente, in ordine di tempo, di una lunga serie di strani episodi a danno di diverse agenzie del posto, come furti di plance, danneggiamenti di mezzi e pneumatici, e anche di attrezzature di lavoro e arredi funebri.
L’episodio di questi giorni è stato portato a conoscenza delle forze dell’ordine da Sandro Bocconi, amministratore dell’agenzia funebre “San Giovanni”.
«Mi trovavo al cimitero per una tumulazione - spiega l’uomo, facendo riferimento a quanto denunciato - e mi sono accorto della presenza di una lapide provvisoria di mia proprietà, sul loculo di un defunto di cui però non avevo curato il funerale. Una cosa strana: qualcuno aveva spostato quella lastra volontariamente. Non ho toccato nulla e ho subito chiamato i carabinieri perché verificassero la veridicità delle mie dichiarazioni. A garanzia di ciò, ho spiegato che avevo fatto dei piccoli segni per riconoscere la mia lapide. Segni che sono stati puntualmente rinvenuti sulla lastra spostata. Inoltre, al posto del logo della mia agenzia, ne era stato inserito un altro. Quei segni inconfutabili, però, erano una sorta di carta d’identità. Per questo ho deciso di sporgere querela nei confronti del collega responsabile dell’agenzia il cui marchio campeggiava al posto del mio».
I militari della stazione di Veglie sono al lavoro per chiarire i contorni della vicenda: le indagini sono in corso.
«Resta lo sdegno – aggiunge Bocconi – per un gesto deplorevole, commesso in un luogo sacro, ai danni non miei, ma di persone che non ci sono più e delle loro famiglie».
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