In centinaia, visibilmente commossi, hanno dato l’ultimo saluto a Mattia Ottaviano, il 35enne morto mercoledì scorso mentre collaudava una Ducati nella pista Porche di Nardò. I funerali si sono svolti nel pomeriggio, sotto un cielo plumbeo: il corteo è partito alle 15 in punto dalle sale del commiato. Lungo il tragitto gli amici hanno affisso degli striscioni con frasi in ricordo dello sfortunato 35enne così amante dei motori. A Tuglie tutti si conoscono e come in una sorta di grande famiglia allargata trascorrono gli anni della loro vita condividendone i vari momenti, tristi o felici che siano. Per questo il dolore che ha colpito la famiglia Ottaviano viene condiviso anche dalla comunità. Il feretro portato "a spalla" dai suoi amici ha poi raggiunto la Chiesa Maria Santissima Annunziata dove don Maurizio Pasanisi ha celebrato il rito funebre.
L'omelia
Nell'omelia, il parroco di Tuglie, ha ricordato il sorriso solare di Mattia, la sua disponibilità verso la comunità, la sua bontà.
L' uscita del feretro è stata accompagnata da un lungo applauso e dal rombo delle moto presenti in piazza Garibaldi. Anche qui è stata letta una lettera di saluto scritta dai suoi amici: "sei qui con noi, appoggiato ad un angolo con la tua solita smorfia - si legge- senza di te, la nostra vita non sarà più la stessa". Il corteo ha poi raggiunto il cimitero di Tuglie dove ad " accogliere " il feretro c'erano numerose auto d'epoca. "Infine la morte - scrive l'amico di Mattia e studioso tugliese Elio Ria - quel cielo nero che piomba senza preavviso. Inesorabile. inevitabile. Eterna. Invincibile. Rumore vago di realtà. Insignificanza della vita. Diario bianco. Polvere. Pace dispersa freddamente nell’inverno".