Ucciso nel parcheggio del supermercato: 16 colpi di pistola e kalashnikov

Ucciso nel parcheggio del supermercato: 16 colpi di pistola e kalashnikov
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Mercoledì 26 Ottobre 2016, 18:50 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 23:12
Si è trattato di una vera e propria esecuzione nel tardo pomeriggio di ieri a Casarano, dove un imprenditore del posto è stato freddato con 16 colpi di pistola e di kalashnikov nel parcheggio dell supermercato IperMac.
La vittima è Augustino Potenza, 42enne broker finanziario del posto ma da oltre un decennio anche ritenuto un nome di spicco della criminalità organizzata locale.
L'uomo è stato assassinato da due killer arrivati in moto che gli hanno scaricato addosso 16 colpi d'arma da fuoco e si sono poi dileguati. Pochi istanti più tardi l'uomo è stato trovato in terra dai presenti che hanno immediatamente allertato il 118. All'arrivo dei sanitari però era già troppo tardi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Norm e gli uomini del commissariato locale di Polizia, in serata anche il procuratore Cataldo Motta, il pm Massimiliano Carducci e il pm della Dda Guglielmo Cataldi.
Stando a una prima ricostruzione dell'omicidio, Potenza stava aspettando qualcuno nel parcheggio all'interno della sua auto, una Audi A6 con targa tedesca, parcheggiata nei pressi di una pensilina. A un certo punto una moto enduro di grossa cilindrata è arrivata nel parcheggio e due uomini, con addosso caschi di colore bianco, hanno cominciato a sparare finché non sono stati certi di averlo ammazzato. Il tutto è accaduto in un momento di forte via vai dall'esercizio commerciale ma al di là delle testimonianze, gli inquirenti non potranno contare sulle registrazioni dell'impianto di videosorveglianza del supermercato, guasto da circa due anni.
Augustino Potenza è un personaggio molto conosciuto dagli inquirenti: nel 2006 venne arrestato dopo essere sfuggito al blitz antimafia dell'anno prima ed essersi dato alla latitanza. A metterlo nei guai furono le dichiarazioni del leader della Scu brindisina Vito Di Emidio, detto “Bullone”, che da collaboratore di giustizia aveva fatto luce anche sulla scia di omicidi targati Scu nel Basso Salento, tra questi quelli dei coniugi Fernando D'Aquino e Barbara Toma (uccisi nel 1998 in una masseria di Collepasso) e di Cosimo e Fabrizio Toma, padre e figlio uccisi nel 2000. Potenza era accusato di associazione mafiosa, omicidio e tentato omicidio. Ma dopo la condanna all'ergastolo perché ritenuto parte del gruppo di fuoco di Di Emidio, condanna che venne confermata anche in Appello, nel 2014 la Corte di Cassazione annullò le precedenti sentenze.
L'omicidio porta con sé grande preoccupazione per la recrudescenza dell'allarme criminoso nella zona, dove negli ultimi tempi non sono mancati episodi di intimidazione.
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