LECCE - Sono iniziati questa mattina i rilievi scientifici all'interno dall'abitacolo della Totoya Yaris rapinata da Fabio Perrone venerdì scorso durante la sua evasione dall'ospedale Vito Fazzi di Lecce dov'era stato portato per una visita medica. La vettura è stata ritrovata ieri parcheggiata alla periferia di Trepuzzi, paese di origine di Perrone. L'accertamento tecnico si sta svolgendo all'interno del cortile del comando provinciale dei carabinieri a Lecce ed è affidato ai militari del Nucleo investigazioni scientifiche. Verranno fatte verifiche anche sul chilometraggio comparandolo a quello che l'auto segnava quando è stata rapinata alla sua proprietaria nel parcheggio interno del Vito Fazzi, in modo da capire se il fuggitivo si sia diretto subito a Trepuzzi dopo l'evasione.
(di Erasmo Marinazzo) - L’auto era lì, in strada, da almeno tre giorni. Da domenica scorsa, forse anche da sabato. La Toyota Yaris ritrovata dalla Polizia municipale in una strada di periferia, i lampeggianti accesi delle forze dell’ordine e la zona transennata per non far avvicinare nessuno. E c’è chi giura di aver visto Fabio Perrone andare in giro a chiedere denaro. Una pretesa più che una concessione, specialmente nella sua Trepuzzi. Una pretesa che suona come una imposizione e non ammette altre risposte dopo la grande paura seguita all’evasione di venerdì scorso dall’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.
L’auto è il primo tassello dopo cinque giorni di ricerche. Il ritrovamento della Yaris seconda serie, marrone metallizzato, è avvenuto intorno alle 18 di ieri. È l’auto che era stata rapinata da “Triglietta” (questo il soprannone di Fabio Perrone), davanti alla sede della centrale operativa del 118 del “Fazzi” dopo aver disarmato un poliziotto penitenziario e ferito il collega alla gamba destra durante un conflitto a fuoco.
La presenza di quell’auto è la prima traccia della fuga.
Una zona, tra l’altro, vissuta e frequentata anche per la presenza della farmacia comunale, del mercato coperto rionale, di due bar, di un caseificio e di due distributori di carburanti. Una pattuglia della Municipale è arrivata lì e ha constatato che era la macchina così a lungo cercata: corrispondeva la targa e corrispondeva il modello. Acquisita questa certezza, sono stati avvisati i carabinieri perché stanno partecipando anche loro alle ricerche di Fabio Perrone con i poliziotti della Squadra mobile e della penitenziaria.
I primi controlli sono toccati agli uomini della sezione rilievi del Nucleo investigativo: la macchina era chiusa a chiave. Non c’erano ammaccature o qualche segno che potesse far sospettare un uso sfrenato. La Yaris è stata poi caricata sul carro attrezzi e condotta a Lecce nel parcheggio del comando provinciale di via Lupiae dove questa mattina sarà analizzata con attenzione anche nell’abitacolo. Si cercano le tracce lasciate dal ricercato e da qualche suo complice.
Perché sembra ormai scontato che Fabio Perrone abbia trovato chi lo stia aiutando a nascondersi. Non fosse altro per la scelta della cittadina di origine, cioè il posto dove nessuno potrebbe negargli un aiuto conoscendo la sua indole violenta, l’abilità nelle arti marziali, l’abitudine che aveva da giovane di gonfiare di botte chicchessia come anche la determinazione e la spietatezza mostrata la notte del 29 marzo del 2014 quando sparò i 16 colpi di pistola calibro 9 (tenuta in macchina) in un bar di Trepuzzi con cui ammazzò un uomo di 45 anni, ferì gravemente il figlio e mancò il nipote.
Ma da quanto tempo era parcheggiata lì la macchina rapinata in ospedale? Gli investigatori vogliono collocare con maggiore precisione possibile l’arco di tempo in cui è stata notata quella Toyota Yaris. E per questo saranno sentiti tutti i residenti fra le vie Campania e via Puglia ed in particolare coloro che l’hanno notata per primi. Queste testimonianze servono a capire se effettivamente l’auto è stata vista lì per la prima volta domenica o se il calcolo sia stato approssimativo e possa dilatarsi di uno-due giorni indietro nel tempo. Si cerca di chiarire se Perrone ha raggiunto direttamente Trepuzzi dal “Fazzi” di Lecce parcheggiando l’auto e andando a nascondersi altrove. Oppure se è tornato nei suoi luoghi dopo una sosta da qualche altra parte.
Il sospetto è che non sia solo. Che qualcuno, in altre parole, lo stia aiutando e stia ignorando che per l’omicidio dell’anno scorso costatagli la condanna all’ergastolo, tre persone sono finite nei guai con l’accusa di favoreggiamento. Anche perché ora le ricerche si stanno concentrando su Trepuzzi.