Effusioni tra gay in spiaggia e il titolare del lido li ferma
«Atteggiamenti troppo osé, avrei rimproverato chiunque»

Effusioni tra gay in spiaggia e il titolare del lido li ferma «Atteggiamenti troppo osé, avrei rimproverato chiunque»
di Azzurra DE RAZZA
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Giovedì 17 Agosto 2017, 13:48 - Ultimo aggiornamento: 13:53

Effusioni tra due ragazzi gay, al tramonto, a Gallipoli, in uno dei lidi più rinomati della costa ionica, interrotte dal proletario dello stabilimento. «Discriminati in maniera così eclatante per un semplice bacio» dicono i rappresentanti di Arcigay Salento, Arcigay Puglia e Salento Pride. «Limonare palpandosi nelle parti basse non vuol dire baciarsi: avrei chiesto di smettere a chiunque», ribatte il gestore del G Beach. E così si riaccende l’allarme sull’omofobia nel Salento, ad appena due giorni dal Salento Pride, manifestazione di orgoglio e difesa dei diritti dedicata alla comunità Lgbti, in programma sabato, proprio nella “Città bella”.
I fatti risalgono allo scorso 14 agosto, durante un happy hour al calar del sole. A raccontarli è uno dei diretti interessati, Gianni Leone, lì con il suo compagno: «Il direttore (a suo dire) del lido si è avvicinato a me ed al mio compagno senza perdere tempo in presentazioni, imponendoci, con modi non proprio affabili e amichevoli, di non baciarci ulteriormente, pena l’allontanamento dalla struttura. Al che, chiedendo chi lui fosse ed una valida motivazione, in prima battuta ci ha risposto: “Perché lo dico io”, tagliando corto e guardandoci in maniera prepotente. È rimasto accanto a noi per circa 5 minuti, con le braccia conserte e con lo sguardo imbronciato. Abbiamo riposto la domanda: “Ma perché non poterci baciare se non c’è cosa più bella al mondo di amare e di poter esprimere i propri sentimenti, ovviamente in maniera molto discreta e consona al luogo, e Gabon, questo il nome del gestore, infastidito, ha replicato appellandosi al fatto che nella struttura ci fossero famiglie con bambini», conclude il fruitore del lido, sottolinenando di sentirsi indignato dalla «becera conversazione, per la quale mi son chiesto più volte: “ma stavamo facendo qualcosa di male?”»..
Il risentimento della comunità gay pugliese si è velocemente rafforzato, in poche ore, tanto che la notizia è stata poi diffusa su scala nazionale, attraverso i diversi canali di comunicazione, come blog, pagine facebook gruppi lgbt. A contribuire a questo, il fatto che il G Beach si trovi in una zona, quella del Parco naturale di Punta Pizzo, rinomata per il suo essere “rainbow”, vero e proprio luogo simbolo del turismo lgbt salentino, sia diurno che notturno, con una manciata tra lidi e locali dichiaratamente “gay friendly”.
Tra questi, appunto, lo stabilimento in questione, che fino a cinque anni fa si chiamava Makò ed aveva una clientela quasi esclusivamente omosessuale. Nel 2013 lo stabilimento è passato nelle mani di Gabon (nome d’arte, ma anche nome di battesimo), noto organizzatore di eventi milanese, che qui ha fatto cospicui investimenti, trasformando il lido in uno stabilmente di fascia alta, nel nome G (Gabon) Beach.
«Tutto è cambiato con la nuova gestione. Siamo sconcertati dell’accaduto e ci scusiamo personalmente con chi è stato discriminato in maniera così eclatante per un semplice bacio - scrivono in una nota congiunta Arcigay Salento, Arcigay Puglia e Salento Pride. Chiediamo al gestore del G Beach delle spiegazioni: se i baci gay non vanno bene, questa è omofobia ed è illegale intimare a qualcuno di non baciarsi. Per quanto riguarda il target economicamente agiato a cui il lido si rivolge, ricordiamo che chiunque possa permettersi quei prezzi dovrebbe essere libero e libera di accedere alla struttura, indipendentemente dall’orientamento sessuale o l’identità di genere. A questo punto chiediamo alla comunità arcobaleno e a chiunque sostenga le nostre rivendicazioni di evitare di usufruire dei servizi del suddetto lido».
«Rimando al mittente ogni tipo di accusa di omofobia o surrogati simili - ribatte Gabon. Chi mi conosce sa benissimo quale è la mia storia e che le mie feste, sia in Italia che all’estero, hanno sempre avuto una cospicua frequenza di pubblico gay. Senza scomodare il codice penale, ogni atteggiamento volgare in una spiaggia frequentata anche bambini e famiglie deve essere bloccato all’istante. Non si parla nel caso specifico di baci romantici al tramonto, ma di effusioni più spinte, molto più che censurabili. Non scendiamo nei particolari per una mera questione di buon gusto. Per questo motivo al G Beach sono state richiamate due persone che semplicemente non mantenevano un contegno adeguato - conclude il gestore del lido, sottolinenando che il G Beach è un attività friendly e sempre tale rimarrà - . In ogni caso non si transige su atteggiamenti equivoci e volgari, a prescindere da ogni orientamento sessuale».
 

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