«Nessun rischio inquinamento, la nuova discarica può essere aperta»

«Nessun rischio inquinamento, la nuova discarica può essere aperta»
di Paola COLACI
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Venerdì 29 Aprile 2016, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 18:14
“La nuova discarica di Corigliano d’Otranto può entrare in esercizio, non sussistono motivazioni di ordine ambientale che blocchino l’impianto”. Firmato Domenico Santorsola, assessore all’Ambiente della Regione Puglia. Il delegato a “Ciclo dei rifiuti e bonifica” della Giunta di Michele Emiliano nei giorni scorsi ha risposto per iscritto a un’interrogazione presentata lo scorso 22 marzo dal consigliere regionale del Pd Ernesto Abaterusso. Un’istanza attraverso la quale l’esponente democratico sottolineava come la presenza e la messa in funzione della nuova discarica di servizio di Corigliano d'Otranto risultasse “inaccettabile per la pericolosità di una falda che potrebbe subire inquinamento da percolato a causa della sua vulnerabilità definita alta, tanto da essere sottoposta a tutela idrogeologica assoluta”.
 
Il nuovo impianto, realizzato dalla società “Progetto Ambiente Bacino Lecce 2”, è posizionato sulla falda idrica che a tutt’oggi è utilizzata dall’Acquedotto Pugliese per servire numerosi comuni del Salento. E già a marzo scorso il sindaco Dina Manti aveva sottolineato la sua contrarietà alla messa in funzione della discarica attraverso una lettera aperta a Emiliano. Anche i primi cittadini di altri 14 Comuni della Grecìa e numerose associazioni del territorio avevano sottoscritto un appello alla Regione per la riconversione dell'area a deposito di materiali inerti, puntando sull'implementazione di una raccolta differenziata spinta e la costruzione di impianti di compostaggio nella provincia di Lecce.

“La sua realizzazione desta grande allarme per la salute pubblica e sotto il profilo della tutela ambientale – ha poi ribadito Abaterusso nella sua interrogazione - considerando anche che nella zona si registra già una percentuale di tumori tra le più alte d'Italia”. A sostegno della sua tesi il consigliere del Pd ha, poi, riportare parte del parere sul progetto emesso dal Cnr in cui si legge: “Perseverare nel progetto della maxi-discarica sarebbe inumano e mostruoso: l'inquinamento della falda da percolato è più una certezza che un rischio”. Il materiale liquido che si origina dall'infiltrazione dei rifiuti, dunque, secondo gli esperti andrebbe direttamente ad inquinare le acque. In base a tali premesse, Abaterusso ha chiesto a Emiliano e Santorsola se fosse intenzione dell’ente di Via Capruzzi bonificare la discarica e convertirla ad altro uso evitando così il serio rischio di inquinamento della falda.

La replica dell’assessore regionale all’Abienete, tuttavia, non lascia spazio a dubbi: “Non sussistono motivazioni di ordine ambientale che ostino all’entrata in esercizio della discarica in esame, fermo restando il rigoroso rispetto della normativa di settore nella fase gestionale dell’impianto e il constante monitoraggio sulle matrici ambientali in conformità alle prescrizioni puntualmente indicate nel provvedimento autorizzativo”. In altre parole, la discarica di Corigliano può aprire le porte ai rifiuti. 

A sostegno del via libera della Regione, l’assessore sottolinea come la normativa nazionale vigente non vieta di aprire le discariche sulle falde acquifere di cui è ricco il sottosuolo. Nel caso dell’impianto di Corigliano, poi, Santorsola ricorda come la questione sia stata oggetto di esame da parte del Tar di Lecce il quale ha dichiarato il ricorso proposto già negli anni passati da alcuni Comuni e associazioni infondato. “Il progetto è stato preceduto dalla predisposizione di uno studio idrogeologico che ha escluso l’esistenza di potenziali pericoli per la falda ed è stato prescritto il monitoraggio continuo del sottosuolo” hanno scritto i giudici leccesi della prima sezione del Tar nella sentenza del novembre 2010 scorso. Parere confermato anche dal Consiglio di Stato a marzo del 2013. A ciò l’assessore all’Ambiente ha aggiunto che “il sistema gestionale attuale non può prescindere dalla necessità di disporre discariche per i rifiuti urbani al fine di assicurare la chiusura del ciclo degli Rsu trattati dagli impianti di Cavallino e Poggiardo”.

Poi la precisazione conclusiva: “In relazione alla nuova discarica di Corigliano – chiosa Santorsola – non risulta necessario alcun procedimento di bonifica e che la conversione in impianto dedicato allo smaltimento di inerti andrebbe inevitabilmente ad alterare il piano economico finanziario di un’opera già realizzata e collaudata”. 
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