Consip, affari nel Salento? Emiliano: «Quando Lotti mi fece incontrare Russo»

Michele Emiliano
Michele Emiliano
di di Oronzo MARTUCCI
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Sabato 25 Febbraio 2017, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 18:41
Il presidente della Regione Michele Emiliano potrebbe essere ascoltato come testimone dalla procura della Repubblica di Roma nell’ambito dell’inchiesta Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. C’è un risvolto salentino nell’inchiesta  nella quale risultano indagati il padre dell’ex premier Matteo Renzi, Tiziano, e l’imprenditore toscano Carlo Russo (entrambi per traffico di influenze illecite), l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, indagato per corruzione, e il ministro Luca Lotti, indagato per violazione di segreto istruttorio e favoreggiamento.
Emiliano dovrebbe essere chiamato a offrire informazioni su alcuni sms, ai quali ha fatto riferimento ieri Il Fatto Quotidiano, che a lui sarebbero stati inviati dall’attuale ministro dello Sport, Luca Lotti, affinché incontrasse l’imprenditore toscano Carlo Russo per sostenere alcune iniziative imprenditoriali di carattere immobiliare alle quali era interessato a Castro, nel Salento, dove è proprietario di una casa per le vacanze. Il contenuto degli sms sarà oggetto anche dell’interrogatorio al quale Tiziano Renzi sarà sottoposto la settimana prossima dal pm Mario Palazzi, titolare degli accertamenti condotti dalla procura di Roma.

Stando ad alcune intercettazioni ambientali effettuate dal Noe (Nucleo operativo ecologico) negli uffici di Romeo nell’estate del 2016, Russo avrebbe proposto a Romeo l’affare da realizzare nel Salento e si sarebbe vantato dei rapporti instaurati con Emiliano e con la viceministro dello Sviluppo economico, Teresa Bellanova. Di più: l’imprenditore toscano per accreditarsi agli occhi di Romeo, avrebbe raccontato durante lunghe telefonate, che la Bellanova era stata a casa sua, a Castro, più volte e che Emiliano stava andando a trovarlo, e in una intercettazione si fa riferimento anche a un incontro già avvenuto. Sia Emiliano che Bellanova hanno smentito di essere stati a casa di Russo. La viceministro attraverso l’ufficio stampa ha fatto sapere “di non aver visto né Carlo Russo né Tiziano Renzi, tanto meno di essere stata in una casa del Salento insieme a loro”.Emiliano è stato molto più ricco di particolari. Ha definito “una cazzata” la sua visita a casa di Russo, a Castro, nell’estate del 2016. Però ha ricordato di averlo incontrato una volta, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, quando ancora non era presidente della Regione, con il placet di Luca Lotti, all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro del premier. Al cronista del Fatto Quotidiano ha fatto vedere tutti gli sms scambiati con Russo. “Si interrompono nel 2015”.

Il periodo dei mancati incontri con Tiziano? Nel febbraio 2015 il padre di Renzi gli scrisse che era a un convegno a Bari e voleva incontrarlo. “Si trovava a due passi da casa mia, ma io ero fuori”. Il governatore ha anche smentito di aver mai parlato di affari nel Salento con Russo quando lo incontrò. Ecco la sua ricostruzione dei rapporti e l’accreditamento fattogli da Luca Lotti, via sms. “Era ottobre 2014, Renzi era da poco premier, io scrivo a Lotti: “Conosci un certo Carlo Russo che sta venendo a Bari a sostenermi dicendo che è amico tuo e di Elena Boschi?”. La risposta: “Ha un buon giro ed è inserito nel mondo della farmaceutica. Se lo incontri per 10 minuti non perdi il tuo tempo”. Emiliano ha quindi confermato di aver incontrato Russo. “Mi ha invitato a cena con il presidente della Confindustria di Lecce che io peraltro conoscevo”. L’incontro è precedente l’elezione di Emiliano avvenuta nel maggio 2015. “Ad agosto 2015 si è fatto risentire tramite la mia segretaria. Disse di riferirmi che aveva avuto un mandato da Matteo Renzi a incontrami riservatamente per fare la pace, ma si tratta di un anno prima rispetto alle sue conversazioni con Romeo. Comunque io non lo incontrai”.
Intanto il capogruppo del M5S alla Camera, Vincenzo Caso si chiede perché gli esponenti del Pd rimangano in silenzio su questa vicenda. Per il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia con questa vicenda «si è finalmente davvero aperto il dibattito congressuale del Pd».
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