Cnh industrial, arriva il ceo Wine: «Lecce può crescere ancora»

Cnh industrial, arriva il ceo Wine: «Lecce può crescere ancora»
di Pierpaolo SPADA
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 14:37


Il numero uno di Cnh Industrial, Scott Wine, apre scenari di un possibile nuovo sviluppo per lo stabilimento di Lecce. Né tagli, né ridimensionamento, come pure qualcuno temeva. Il ceo statunitense della multinazionale del movimento terra controllata da Exor si è presentato ieri in fabbrica insieme ai vertici internazionali del gruppo e davanti ai 250 impiegati dell'azienda ha definito «sorprendente» la performance espressa dal plant pugliese. Un intervento di 15 minuti, preceduto da un tour in azienda e seguito dal dibattito alimentato dalle domande dei dipendenti.

Il contesto internazionale critico


Sorridente nella stretta di mano al personale e anche nella descrizione al trend della fabbrica salentina, il ceo Wine è apparso sereno e a suo agio.

Nell'introduzione, l'illustrazione del contesto internazionale critico e degli ingenti investimenti fin qui sostenuti dall'azienda in tutte le aree di produzione, nonché l'affermazione della volontà della multinazionale di voler continuare a crescere.

A Lecce il record produttivo

Parallelamente, l'elogio per la prestazione resa nel capoluogo salentino che - lo ha ricordato lo stesso manager americano - nel 2023 ha toccato quota 6.800 macchine, ovvero il «record produttivo» di sempre, determinando quasi un «raddoppio» del dato medio (3.800) che caratterizzava il trend prima della pandemia.


In "cattedra" nella sala conferenza, tra Stefano Pampalone, presidente Construction Cnh Industrial, e Federico Bullo, vicepresidente Construction Europe CnhI, Wine ha esaltato il «miglioramento» registrato nel sito attivo nella zona industriale di Lecce-Surbo anche «sotto il profilo della sicurezza». Il manager ha cioè evidenziato il raggiungimento dell'obiettivo "zero infortuni" e dunque l'ottimo risultato perseguito a «salvaguardia della salute sul luogo di lavoro». In risposta, poi, a una domanda sull'intenzione della società di applicare l'intelligenza artificiale, l'amministratore delegato ha risposto premettendo anzitutto il proprio scetticismo rispetto agli eventuali benefici dell'Intelligenza artificiale a ogni ambito sociale e poi riferendo che comunque «Cnh Industrial sta già investendo molto» per capire in che modo utilizzare l'AI per garantire innalzamento degli standard di processo e di prodotto.


Wine ha rappresentato insomma un quadro complessivamente promettente per il business aziendale, pur con tutte le cautele del caso. Il ceo di Cnh non è entrato nel merito delle prospettive future del plant di Lecce, come anche gli operai auspicano che faccia - durante il secondo tour in fabbrica previsto - entro questa sera, al termine della visita in Salento. Ma definendo il contesto di operatività globale e i traguardi già raggiunti in Puglia, l'ad di Cnh ha certamente fornito elementi utili per riconoscere l'esistenza di un margine di ulteriore miglioramento anche in Salento, che non potrà non dipendere dall'investimento di nuove risorse, potenziamento degli impianti e ampliamento dell'organico, attualmente composto da 1.033 persone, di cui 870 addetti diretti, 48 "staff leasing" e 113 interinali.
D'altro canto, stiamo parlando del sito industriale ritenuto dalla stessa multinazionale strategico per l'area Emea, Africa Medio Oriente e Africa. E che il piano operativo 2024 di Cnh contempli un'ulteriore fase di sviluppo per Lecce è emerso chiaro già il 28 novembre scorso dall'Osservatorio nazionale promosso a Modena dalle sigle sindacali nazionali firmatarie del Contratto collettivo specifico di lavoro aziendale, laddove si è indicato in 6.700 macchine l'obiettivo produttivo (100 in meno rispetto al 2023) e in 9 milioni di euro l'importo dei nuovi investimenti. Una previsione venuta a galla al termine di un mese, quello di novembre, inaugurato proprio da Scott Wine con la prospettazione dell'avvio di un piano di ristrutturazione teso ad «aumentare gli sforzi sul fronte dei costi e dell'ottimizzazione, per gestire in modo proattivo il rallentamento dei mercati».
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