Centrosinistra, vertice con gli alleati. In via Tasso ma senza Sel

Palazzo Carafa
Palazzo Carafa
di Francesca SOZZO
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Venerdì 2 Settembre 2016, 09:28
Via Tasso, ore 17.30. Il tavolo del centrosinistra è pronto alla discussione. Seduti, uno accanto all’altro, la Puglia in Più del senatore Dario Stefàno, l’Udc del segretario regionale Salvatore Ruggeri[FI], Carlo Salvemini consigliere comunale di Lecce Città Pubblica e Paolo Pellegrino consigliere regionale eletto nella lista “Puglia con Emiliano” che hanno risposto all’invito dei Democratici, Salvatore Piconese (segretario provinciale), del coordinatore cittadino Fabrizio Marra e del capogruppo a Palazzo Carafa Paolo Foresio.
Assente Sel-Sinistra Italiana. I vendoliani non parteciperanno al tavolo e anzi resteranno a guardare «con attenzione quanto accadrà» pensando ad una lista propria in vista delle amministrative 2017, oppure attenti a comprendere cosa accadrà alla sinistra del Pd per poi presentare una propria proposta. Tutto insomma ma non con i Dem accusati, dal coordinatore provinciale Sel Renato Vernaleone non solo di non essere stati in grado di fare opposizione in venti anni a Palazzo Carafa, ma neppure di aver ascoltato il disagio delle aree urbane e delle fasce deboli perché non si è dialogato con il territorio e con le associazioni. Accuse che per il segretario Piconese diventano «argomentazioni un po’ ingenerose nei confronti del lavoro politico che il Pd ha fatto in questi anni a Lecce, in particolare quello svolto dai consiglieri comunali a Palazzo Carafa. Se si vanno a leggere gli atti amministrativi - sottolinea il segretario - si scopre che il gruppo consigliare ha svolto una funzione politica e amministrativa importante. Per il resto, le argomentazioni, oltre a essere ingenerose, mi sembrano pure poco convincenti per giustificare l'assenza al tavolo del centrosinistra». Un incontro che rappresenta per il segretario Dem un momento di confronto che spera si possa mettere in pratica nei prossimi mesi. L’auspicio è che il gruppo dirigente Sel cambi idea, facendo comunque notare a Vernaleone e ai suoi che il Pd «è stato l'unico partito che ha Lecce ha posto con forza la "questione morale", facendo una battaglia politica sulla legalità denunciando il rapporto tra un pezzo della classe dirigente locale e la criminalità organizzata». Ed è su questi temi che ci si dovrebbe confrontare secondo il segretario e soprattutto su questi temi costruire «un profilo programmatico e politico. Queste accuse oltre che ingenerose «dimostrano un limite politico e culturale di alcuni ambiti del centrosinistra. Le critiche sono comunque ben accette, purché vi sia uno spazio propositivo per la costruzione dell'alternativa all'amministrazione Perrone».
E dunque il momento del confronto. In via Tasso si ragionerà sul profilo di un candidato sindaco che possa espugnare Palazzo Carafa, fortino del centrodestra. Un percorso che potrebbe portare alla sintesi delle forze politiche su un unico nome da spendere quale possibile sindaco dei leccesi oppure passare attraverso le primarie di coalizione. Pronto ai blocchi di partenza, in caso di primarie interne al centrosinistra, il consigliere regionale del Pd Sergio Blasi che all’inizio di agosto ha ufficializzato la sua disponibilità a candidarsi alle primarie di coalizione.
Sul tavolo di confronto, prima di tutto, i confini della colazione che dovranno essere determinati per evitare il rischio di spaccature. «L'incontro delle forze del centrosinistra leccese servirà a comprendere il perimetro della coalizione e soprattutto la volontà di inserire di innovare e allargare lo schieramento alle forze migliori della città. Stavolta, rispetto al passato - conclude Piconese - i leccesi guardano al centrosinistra come ad una speranza. Bisogna essere all'altezza della sfida e dimostrare alla città di Lecce di essere affidabili e capaci di governare per i prossimi 5 anni».
Intanto a chiedere un’assemblea degli iscritti, rispettando lo statuto, sono alcuni appartenenti al circolo leccese del Pd che “unendosi” alle accuse dei vendoliani rilanciano parlando di un Pd spaccato e staccato dai problemi reali della città. «Questo è il frutto dell’immobilismo del partito della città», tuonano gli iscritti, tra cui Ernesto Mola che sta portando avanti la battaglia del Comitato “Decidi tu!” per la chiusura h 24 del centro storico alle auto. «Esiste però un’altra parte del Pd leccese, composta da semplici iscritti, che non vuole prestarsi al gioco delle correnti e delle amicizie (o inimicizie)», ma che vuole «nel pieno rispetto dello statuto, partecipare alle scelte nei luoghi e nei tempi previsti». 
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