Trasformazione dell'amianto, spunta il progetto nel Salento. Ed è protesta

Trasformazione dell'amianto, spunta il progetto nel Salento. Ed è protesta
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Domenica 23 Ottobre 2016, 21:50 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 09:30
CAVALLINO - Un impianto di trasformazione del cemento-amianto in idropittura, concimi e metalli, utilizzando siero esausto di latte. È il progetto della Project Resource Asbestos srl a Cavallino, comune alle porte di Lecce.
E nei giorni scorsi il ministero dell’Ambiente ha avviato la procedura per la verifica dell’assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale del progetto in questione. L’iter è partito dunque. Ma si levano già le prime voci di protesta. A fare le barricate sono Futuro e Democrazia e il Partito democratico: «Come se non fosse sufficiente - si legge in una nota - il danno ambientale procurato in meno di vent'anni da due discariche ed un impianto di biostabilizzazione e come se non bastasse il progetto preliminare del nuovo megaimpianto di compostaggio approvato dalla maggioranza in consiglio comunale».
La criticità di questo progetto, spiegano i suoi detrattori sta nel fatto che, «come si legge nel brevetto, nei diversi esperimenti eseguiti l'amianto non è scomparso al termine dei complessi trattamenti, bensì si è solo ridotto dalla concentrazione del 12% a quella del 2% e non si comprende come venga trattato l'amianto residuo e se possa entrare nella composizione dei sottoprodotti/rifiuti speciali». «Quello che preoccupa seriamente e ci mette in allarme - continuano i due gruppi consiliari - è che non si comprende il bilancio emissivo e come verrà evitata la liberazione di fibre di amianto nell'ambiente, data la sua facile volatilità durante la movimentazione, il trasporto, il momentaneo inevitabile stoccaggio, durante il pre-trattamento e nel corso del trattamento. Noi diciamo no - concludono - all'ennesima, dopo quella non riuscita della centrale a biomasse, iniziativa che mette a repentaglio la sicurezza dell'ambiente e la salute dei cittadini. Bisogna avere a cuore il futuro di quelle giovani generazioni che non possono ereditare, una situazione ambientale già devastata che, con questo progetto di impianto potrebbe diventare addirittura agonizzante».
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