Caso Maniglio, c’è l’inchiesta: acquisiti gli atti in Comune

Caso Maniglio, c’è l’inchiesta: acquisiti gli atti in Comune
di Paola ANCORA
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Giovedì 13 Luglio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 09:25
Gli agenti della Questura hanno bussato due giorni fa alla porta di Palazzo Carafa e acquisito tutti gli atti relativi al cambio di serrature degli uffici dell’Urbanistica. Compresa la relazione scritta sul presunto tentativo di alterare i software dell’assessorato all’indomani del voto del ballottaggio che ha eletto sindaco Carlo Salvemini, consegnando la città al centrosinistra dopo vent’anni di dominio incontrastato del centrodestra. In quella relazione, firmata dalla ex dirigente Maria Antonietta Greco e consegnata al segretario generale Vincenzo Specchia, si dava conto di quanto avvenuto nei giorni immediatamente successivi al voto, del via vai di carte che ha indispettito alcuni funzionari - «pronti a chiamare i carabinieri» hanno raccontato i dipendenti - e del tentativo, certamente fallito visto che i computer sono poi risultati intonsi, di modificare i software.
Dopo quei fatti il dirigente in pensione Gino Maniglio, scelto come consulente di fiducia dall’amministrazione Perrone per seguire la redazione del Piano urbanistico generale, è stato messo alla porta.
E il susseguirsi degli eventi, oggi, registra una serie di coincidenze che saranno ora gli investigatori della Polizia a esaminare.
Il caos all’Urbanistica è avvenuto fra il 27 e il 28 giugno scorsi. Dieci giorni più tardi, cioè nella notte fra sabato 8 e domenica 9 luglio, due giovani si sono introdotti negli stessi uffici in corte della Maternità, creando confusione fra alcuni fascicoli relativi all’agibilità di vari immobili e scrivendo su scrivanie e fogli il numero “satanico” 666. I due ragazzi sono stati beccati e identificati subito. E quell’atto vandalico sarebbe rimasto tale, senza conseguenze, se non fosse avvenuto proprio negli uffici che la nuova amministrazione, per il tramite del segretario generale, ha ritenuto di “mettere al sicuro” cambiando tutte le serrature e consegnando le chiavi, in un’unica copia, prima alla Greco e, oggi, al neo nominato dirigente dell’Urbanistica Maurizio Guido.
Quindi, lunedì 10 luglio, dopo una prima ispezione degli uffici dell’assessorato da parte della Digos, accompagnata dal sindaco Carlo Salvemini, due giorni fa la Polizia si è presentata anche nella sede centrale del Comune in via Rubichi. E ha acquisito la relazione su quanto avvenuto dieci giorni prima, sul caos generato dal cambio della guardia a Palazzo Carafa.
 
«Cercano collegamenti fra i due fatti» raccontano i bene informati dell’ente. «È parso strano che si trattasse di due ragazzi normali, non balordi» riflette un dipendente che ben conosce la macchina amministrativa e la delicatezza delle pratiche che passano dall’assessorato all’Urbanistica.
Che si tratti di due storie o di una sola, che alla prima inchiesta già aperta sull’episodio dei due giovani vandali possa aggiungersene un’altra o, ancora, se ci si muoverà su un unico binario di investigazione e indagine, ancora non è dato sapere.
Certo è che nel cuore di quegli uffici sono messi, nero su bianco, gli interessi economici di tanti che hanno atteso l’approvazione del Piano urbanistico generale per anni e l’hanno vista sfumare proprio pochi giorni prima del voto. Quando i leccesi hanno scelto di affidare il timone del Comune a nuovi amministratori.
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