Caos ad Alba Service, si dimette il commissario Spagnulo

Una delle numerose proteste dei dipendenti di Alba Service
Una delle numerose proteste dei dipendenti di Alba Service
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Domenica 25 Settembre 2016, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 15:15
Caos Alba Service: Mauro Spagnulo lascia la guida della società. Il commissario liquidatore ha presentato le dimissioni al presidente della Provincia Antonio Gabellone e al prefetto Claudio Palomba. Il commercialista era stato incaricato lo scorso novembre.
Resta il fatto che all’appello mancano ancora i 2 milioni di euro previsti dal Governo e destinati alla manutenzione di strade e scuole che servirebbero a far ripartire l’azienda. E resta ancora aperto la questione legata al futuro dei 28 assistenti sociali che ora potrebbero essere ricollocati negli Ambiti territoriali. Se ne parlerà già domani in Prefettura nell’ambito di un tavolo tecnico convocato dal prefetto Claudio Palomba a cui dovrebbero prendere parte i rappresentanti della Regione Puglia e la stessa Provincia.
 
La tensione dalle parti di Alba Service torna alta. E nonostante gli incontri tecnici, i tavoli in Prefettura e le assunzioni di impegni da parte della politica i 120 lavoratori della società partecipata restano ancora in bilico. A poco sembrano essere serviti i 300mila euro di lavori commissionati a giugno scorso da Palazzo dei Celestini alla sua società partecipata sul fronte della manutenzione di strade e scuole. È vero, i primi soldi stanziati dall’ente sono serviti a far ripartire l’azienda dopo un anno di stop. Certo, le somme sono state sufficienti a garantire poche giornate di lavoro a meno della metà dei dipendenti che, comunque, hanno già firmato un contratto di solidarietà di 20 ore settimanali a testa. La vera àncora di salvezza per società e personale, infatti, resta sempre il contributo previsto in Finanziaria proprio per la manutenzione di strade e scuole: risorse che, però, non sono ancora arrivate nelle casse di Provincia e Alba Service. Eppure in sede di tavolo tecnico convocato dal prefetto Claudio Palomba lo scorso aprile, il presidente Gabellone si era impegnato a corrispondere alla partecipata 300mila euro di commesse per lavori di viabilità e servizi scolastici.
La Regione avrebbe stanziato 200mila euro di risorse sul fronte dei servizi sociali. Ma per il momento nelle casse dell’azienda sono arrivati solo i soldi di Palazzo dei Celestini e non c’è ancora alcuna garanzia sui tempi tecnici di trasferimento delle somme del Governo. 
L’unica certezza? Sono i 15 mesi di stipendi arretrati che spettano ai lavoratori. E, salvo colpi di scena dell’ultima ora, anche il fatto che la società dovrà fare a meno anche del commissario liquidatore. La guida della società passerà temporaneamente nelle mani del presidente del collegio dei revisori dei conti, Filippo Calò. Ma i sindacati sperano che sulla questione sia fatta chiarezza al più presto. «Le dimissioni del commissario Spagnulo sembrano irrevocabili – commenta Mirko Moscaggiuri di Filcams Cgil – e attendiamo di capire quali provvedimenti intenderà assumere la Provincia. La società si ritrova a dover fare i conti con due criticità notevoli. La prima è legata al mancato trasferimento dei finanziamenti da parte del Governo. L’altra è quella relativa al ricollocamento dei 28 assistenti sociali che potrebbero trovare spazio negli Ambiti territoriali di zona». Dello stesso avviso Piero Fioretti di Uil: «Attendiamo di capire cosa accadrà. Nei mesi scorsi si è cercato di riavviare l’attività della partecipata ma senza i soldi del Governo è quasi impossibile. Come al solito, i tempi della politica sono totalmente diversi dalle reali necessità dei lavoratori». A puntare il dito contro la “politica” è anche Alessandro Monosi di Fisascat Cisl: «Ancora una volta a pagare a caro prezzo lo stallo della politica e il groviglio normativo sono i dipendenti. Dopo 15 mesi di stipendi arretrati e un futuro grigio ora vogliamo chiarezza e certezze una volta per tutte». Per Fernando Spagnulo, rsa di Cgil, «evidentemente Spagnulo non ha creduto per primo negli impegni assunti dalla politica». 
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