Cantiere del Fazzi: dopo 40 anni spunta la variante

Il cantiere del Fazzi
Il cantiere del Fazzi
di Maddalena MONGIO'
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Sabato 23 Luglio 2016, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 13:30
Gli archivi “salvano” il cantiere del Fazzi. Lo sconfinamento non è avvenuto su un’area a destinazione agricola e il termine di scadenza del Permesso a costruire (26 luglio) per il Dipartimento Emergenza e Accettazione (Dea) non è più un incubo per la Asl di Lecce e per la CCC, la ditta impegnata nella costruzione del fabbricato.
Vento in poppa, sotto il profilo amministrativo, per il cantiere del Fazzi salvato dal ritrovamento di una preziosa variante adottata sin dagli anni ’70 e dal Decreto del Fare (articolo 30 commi 3 e 4) che nelle norme trasitorie prevede la proroga automatica, di due anni, per le opere iniziate prima dell’entrata in vigore della legge.
«Abbiamo trovato tutta la documentazione utile a risolvere il problema urbanistico». Ipse dixit Antonio Caiaffa, sindaco di Lequile, che dallo scorso maggio è alle prese con la gatta da pelare (o quella che pareva essere tale) di uno sconfinamento della nuova costruzione in una porzione di terreno che rientra nei confini del comune di Lequile.
 
La grana è saltata fuori quando si rese necessario avviare l’iter per il rinnovo del Permesso in scadenza. Lì saltò fuori che una porzione di fabbricato, le aree a verde, i parcheggi si trovavano su una particella che non rientra nei confini di Lecce e che non era stata neppure individuata dai tanti progettisti che si sono passati di mano in mano il progetto.
Quindi? Tremarono i polsi a tutti e si innescò una corsa frenetica per trovare una soluzione sotto il profilo urbanistico e giuridico.
«Siamo andati indietro nel tempo - rende noto Caiaffa - partendo dal 1970. È stata fatta una ricerca certosina negli atti dell’archivio comunale. Siamo riusciti a trovare una variante adottata dal Comune di Lequile, sin dal settembre 1973. L’approvazione della Regione è del febbraio 1978. Quella zona non è agricola, ma ha la destinazione urbanistica per interventi di edilizia sanitaria».
Nel mezzo di questa storia - in cui si sono intrecciate burocrazia e l’errore fatale in fase di progettazione della mancata individuazione della particella “incriminata” - c’è stato il consiglio comunale di Lequile, il 30 giugno scorso, per approvare una variante al Prg per il cambio di destinazione urbanistica della particella.
«Per l'iter avviato per la variante - afferma Caiaffa - faremo una delibera prendendo atto che la conformità urbanistica c'è. Noi siamo disponibili a fare tutto quello che serve per completare un'opera importante per la salute dei cittadini salentini».
Rimane il fatto che i progettisti del Dea hanno fatto un errore banale non individuando correttamente l’area dell’intervento e i tecnici dell’ufficio urbanistico di Lequile non hanno aggiornato correttamente le tavole del Prg.
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