Burgesi, caccia ai veleni tombati
Partono i prelievi nei pozzi

Burgesi, caccia ai veleni tombati Partono i prelievi nei pozzi
di Paola ANCORA
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Mercoledì 8 Febbraio 2017, 10:22
Veleni a Burgesi: ora si cercano contaminanti nell’acqua. Quella che scorre a qualche decina di metri sotto i nostri piedi, l’acqua di falda profonda. Ieri i tecnici dell’Arpa hanno proceduto ai primi prelievi, scegliendo tre pozzi “spia” intorno al perimetro della discarica di Ugento. Accanto ai responsabili dell’Agenzia regionale, anche il consulente nominato dal sindaco ugentino Massimo Lecci, l’ex dirigente regionale del settore Ambiente Antonello Antonicelli. E poi il comandante dei vigili urbani Cosimo Musio, il presidente della commissione Ambiente Vincenzo Ozza e alcuni consiglieri comunali, interessati a seguire da vicino le attività di prelievo e a confrontarsi con chi, dopo il Cnr, dovrà esaminare lo “stato di salute” dell’acqua nella zona.
Perché nonostante l’invito delle istituzioni e della Procura - la prima a lanciare l’allarme e a chiedere le bonifiche nella richiesta di archiviazione del procedimento partito dalle parole dell’autotrasportatore Gianluigi Rosafio - a evitare allarmismi di sorta, la preoccupazione nella popolazione dei Comuni di Ugento, Acquarica e Presicce resta alta. I dati epidemiologici, lo ha detto il presidente della Regione Michele Emiliano, stanno lì a certificare l’incremento di patologie tumorali in tutta l’area senza che, fino a ora, si sia riusciti a trovare una spiegazione univoca e incontrovertibile.
Oggi, quindi, si dà la caccia non solo ai contaminanti, ma alla certezza, alle conferme. Da consegnare all’opinione pubblica insieme a strategie chiare sul da farsi, qualora dalle analisi risultasse una eventuale contaminazione della falda. Per il momento - va ricordato - i dati di riferimento sulla contaminazione da policlorobifenili (pcb) sono quelli del Cnr di Bari, incaricato dalla Procura di cercare la presenza di pcb a Burgesi. I ricercatori hanno trovato concentrazioni elevate di 18 tipi diversi di Pcb nel percolato, ma hanno stabilito anche che l’acqua è pulita. Precisando che lo strumento di rilevazione utilizzato nei laboratori baresi non garantiva comunque standard di accuratezza elevatissimi e che il metodo di prelievo più adeguato a questo tipo di inquinanti - che hanno una base oleosa - è il cosiddetto prelievo “statico”, effettuato cioè sul pelo dell’acqua. Prelievo che, nel caso del Cnr, non è stato possibile effettuare.
Anche ieri, infatti, i tecnici dell’Arpa hanno proceduto con prelievi “in continuo dinamico”: l’acqua viene cioè prelevata con una pompa elettrica. È questo il procedimento indicato specificatamente nell’Autorizzazione Integrata Ambientale, che ci si prepara a ridiscutere in Regione. E così come a Bari, a fine mese, i Comuni chiederanno di modificare l’Aia, diversificando le modalità di prelievo e inserendo, fra i contaminanti da ricercare nelle verifiche periodiche, anche i policlorobifenili fino a oggi esclusi, ieri il consulente Antonicelli e i rappresentanti del Comune di Ugento hanno chiesto rassicurazioni ad Arpa sul fatto che i campionamenti dei pozzi verranno ripetuti presto anche con modalità diverse.
Ora l’acqua prelevata sarà destinata ai laboratori del dipartimento provinciale Arpa di Taranto, per ciò che riguarda esclusivamente la ricerca dei policlorobifenili, e di Lecce, per tutti gli altri inquinanti. I risultati saranno pronti fra un paio di settimane, anche se la speranza dei sindaci Massimo Lecci (Ugento), Francesco Ferraro (Acquarica) e Riccardo Monsellato (Presicce) è che si riesca ad averli disponibili prima del 20 febbraio, quando si aprirà la conferenza dei servizi per ridiscutere i termini dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
In quella sede, peraltro, sarà affrontato probabilmente anche il tema di come procedere alla localizzazione dei 600 fusti di pcb che Rosafio dice di aver interrato a Burgesi.
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