Bunker a casa di Potenza: scovato il rifugio del boss

Bunker a casa di Potenza: scovato il rifugio del boss
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 24 Novembre 2017, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 13:54
Un bunker a Casarano nella casa di Augustino Potenza. Una stanza dietro ad un muro. Una porta-muro. L’uomo ucciso a 41 anni la sera del 26 ottobre dell’anno scorso con una raffica di 14 colpi di kalashinikov, disponeva di un nascondiglio inviolabile nell’abitazione lasciatagli dal padre. Nella casa natale di via Albenga, dove il 29 ottobre si mosse il corteo funebre per raggiungere la chiesa matrice.
Ieri mattina la scoperta dei carabinieri della Compagnia di Casarano. Un blitz a colpo sicuro e frutto di un lungo ed estenuante lavoro di ricerca mai cessato da quando due sicari in sella ad una motocicletta uccisero Potenza mentre attendeva una persona nel parcheggio dell’IperMac di Casarano. Gli investigatori coinvolti nell’inchiesta per omicidio volontario, e che vede indagato l’ex amico inseparabile di Potenza, il boss Tommaso Montedoro, di Casarano anche lui, hanno continuato a scavare nella vita della vittima per capire se dietro le due attività commerciali avviate dopo la scarcerazione del 2012 e l’assoluzione definitiva dall’accusa di avere ammazzato due persone (i coniugi D’Aquino-Toma, nel 1998. Montedoro è stato condannato a 30 anni), Potenza nascondesse quei traffici illeciti di cui era stato protagonista nel passato: droga, prima di ogni altra cosa. 
Cocaina a chili per un giro di migliaia di euro, contestata nell’operazione “Diarchia” del 30 maggio scorso che vide 14 persone colpite dal decreto di fermo della Direzione distrettuale antimafia e dei carabinieri del Nucleo investigativo. Indagini tutt’ora in corso sull’omicidio e sulla ricerca del movente. Indagini che alla fine di giugno portarono al ritrovamento di un arsenale sapientemente nascosto e custodito nella campagna di Casarano: un kalashnikov, una carabina ed un fucile calibro 12 avvolti negli involucri e celato in un muretto a secco.
Armi di cui non è stato ancora possibile accertare la disponibilità. Nessun dubbio, invece, che il bunker fosse di Augustino Potenza. E’ lì, nella sua casa. Una stanza. Impossibile da individuare con una occhiata sommaria.
I carabinieri non sono arrivati lì per caso, in via Albenga. Sono stati lì ieri mattina a cercare quel nascondiglio. E lo hanno trovato. In fondo al corridoio dello scantinato. Lì dove c’è un muro. Proprio nel punto in cui le ricerche si sarebbero dovute fermare. Ed invece il muro in fondo, hanno scoperto, è un muro finto. E’ muro dotato di un congegno di apertura. Una porta camuffata da muro. Lì dietro è comparsa una stanza. Con un letto. Con l’essenziale per restare nascosti. O per nascondere qualcosa.
Domande a cascate, ipotesi da snocciolare e risposte da fornire. Questa scoperta apre un varco nella vita di Potenza: a cosa serviva quel bunker? C’era già quando restò latitante per un anno ed undici mesi, fino all’arresto del 23 ottobre 2006 con 100mila euro in contanti e due chili di cocaina? E se non c’era allora e se è stato realizzato in seguito, a cosa è servito visto che a luglio del 2012 Potenza tornò libero?
Carabinieri e Procura antimafia vogliono risolvere questo giallo. Anche per fare piena luce su una Casarano sotterranea: lì la mafia ha preso piede, come in nessuna altra parte del Salento negli ultimi anni. Ha ammazzato, ha cercato di farlo una seconda volta con il tentato omicidio del 28 novembre di Luigi Spennato. Poi sono spuntate le armi. Ed infine un bunker
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