Bollette e avvisi in ritardo e scoppiano le proteste
Caos postini dopo i tagli

Bollette e avvisi in ritardo e scoppiano le proteste Caos postini dopo i tagli
di Serena COSTA
3 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Gennaio 2017, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 13:57
Montagne di corrispondenza non consegnate all’utenza per settimane, bollette scadute e multe pagate con la mora: la giacenza negli uffici di Poste italiane, negli ultimi mesi a Lecce (ma segnalazioni analoghe arrivano anche da Brindisi) ha subìto l’impennata senza precedenti di ben 4 tonnellate. E protestano infuriati gli utenti, costretti a recarsi al Centro recapito ufficio postale di via Lequile, facendo file interminabili per svolgere da sé quello che dovrebbe essere un servizio pubblico e per evitare ulteriori aggravi di costi sulle proprie tasche, dovuti ai ritardi con cui la posta ordinaria arriva nelle proprie buche delle lettere.
Si scrive “recapito a giorni alterni”: il nuovo progetto di Poste si chiama così. Che, dicono gli utenti, vuol dire ritardi di settimane nelle consegne, disagi dell’utenza, ma anche superlavoro e, addirittura, pericolo per l’incolumità personale per le decine di portalettere che ogni giorno distribuiscono la corrispondenza nelle case dei leccesi: da agosto Poste italiane ha deciso di applicare anche a Lecce la razionalizzazione delle risorse del personale, che ha comportato una riduzione del 30% dei portalettere e il raddoppiamento del volume di posta da smistare per chi invece ha conservato il posto.
Il risultato? A sei mesi dall’inizio della razionalizzazione si è arrivati alla cifra enorme di 30.000 raccomandate ferme nell’area del capoluogo. Ma oltre all’utenza, a farne le spese sono stati i portalettere e gli sportellisti di filiale, letteralmente aggrediti verbalmente e anche fisicamente dall’utenza imbufalita.
E di storie ce ne sono tante. Tutte, purtroppo, uguali tra di loro. «Non ricevo corrispondenza dallo scorso 3 gennaio: possibile che in venti giorni non ci sia stata alcuna lettera per me e la mia famiglia? – lamenta Piera Colombo, residente del quartiere Leuca –. È da diversi mesi che la consegna della posta è rallentata di parecchio: il postino, che prima era un’istituzione quotidiana, ormai arriva ogni 10-12 giorni e, quando mi sono lamentata con lui, mi ha risposto esasperato di rivolgermi all’azienda e che per lui il carico di lavoro era assolutamente ingestibile. E non mi si venga a dire che i ritardi sono dovuti all’emergenza neve, che qui da noi è durata non più di 3 giorni: sono lombarda e so benissimo cosa significhi rimanere isolati per la neve. È davvero un’indecenza che un servizio pubblico sia di così scarsa qualità e ho intenzione di fare una raccolta firme nel vicinato da consegnare a Poste italiane».
 
E c’è una mappa della città con le zone in maggiore sofferenza: il il centro storico, la direttrice verso Lequile, ma anche San Lazzaro e parte dei Salesiani. Ma, purtroppo, l’area si sta allargando.
Di fatto, se fino al 31 luglio 2016 ogni portalettere gestiva una sola zona di recapito, con l’avvio della razionalizzazione gliene sono state attribuite due: un raddoppio del lavoro che ha causato inevitabilmente la mancata consegna di tutta la corrispondenza giornaliera e l’accumulo progressivo di volumi nel centro di smistamento di via Lequile. Con il passare dei mesi, si è venuta a creare una vera e propria emergenza, che ha perfino sfiorato la paralisi: i portalettere costretti a turni massacranti e stressati dal superlavoro, i tempi di lavorazione allungati a dismisura e ci si è messo pure il periodo natalizio, cruciale per la consegna di pacchi dono e corrispondenza.
Ma sembra che in città la situazione debba progressivamente migliorare nei prossimi giorni: da qualche settimana, l’azienda ha incrementato il personale con 10 unità in più al giorno, attingendo dal personale non solo di altre zone di recapito del Salento, ma addirittura dalla Basilicata, che si sono occupate proprio di smaltire i livelli astronomici di giacenza. Inoltre, il personale leccese ha svolto numerose ore di lavoro straordinario per preparare il carico di consegne alle unità aggiuntive. Insomma, dai vertici qualche segnale di ascolto c’è stato, ma solo in extremis e solo per evitare lo stallo.
E così dai prossimi giorni le zone di recapito, dalle attuali 49 dovrebbero diventare 53, in modo da alleggerire il carico di lavoro ai portalettere che operano a Lecce ma anche nell’hinterland fra Cavallino, Lizzanello, Merine, San Pietro in Lama, Lequile e Surbo: se fino a ora si sono occupati di 50 vie al giorno, in futuro dovrebbero gestirne 43. Se basterà
© RIPRODUZIONE RISERVATA