Batosta per le farmacie: indietro 10 milioni di euro

Batosta per le farmacie: indietro 10 milioni di euro
di Serena COSTA
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Venerdì 24 Febbraio 2017, 13:44
I farmacisti pugliesi dovranno restituire alla Regione Puglia ben 10 milioni di euro. Un “rimborso” che, naturalmente, riguarderà anche i farmacisti salentini.
Ammonta a tanto, infatti, la somma calcolata erroneamente, a causa dell’applicazione sbagliata di un algoritmo, con la quale le farmacie regionali hanno ottenuto dalla Regione Puglia i rimborsi per la scontistica farmaceutica, tra gli anni 2005 e 2011. Nella restituzione sono coinvolte ben 1082 farmacie regionali, che entro il 31 gennaio 2018, dovranno procedere con il trasferimento delle somme eccedenti alle Asl di propria competenza.
La vicenda ha raggiunto la sua conclusione dopo un contenzioso che si è snodato sui due gradi della giustizia amministrativa regionale: Federfarma di Lecce, Brindisi, Taranto e una lunga serie di titolari avevano infatti presentato un primo ricorso al Tar, contestando la richiesta avanzata dalla Regione di chiedere indietro le somme. Il calcolo errato verteva sui farmaci di Classe A (a carico del Servizio Sanitario Nazionale): nel 2001, la Regione aveva stabilito i criteri per il calcolo degli sconti, fissando il “prezzo di riferimento” determinato in base al prezzo più basso tra tutti i medicinali tra equivalenti. Successivamente, però, la normativa nazionale aveva stabilito che lo sconto non potesse essere riconosciuto in base a questo prezzo al ribasso, ma su quello di vendita al pubblico, al netto dell’imposizione Iva.
E, in primo grado, il Tribunale aveva respinto le contestazioni dei farmacisti, ma, in virtù della loro buona fede, aveva accolto le loro richieste relative alla decorrenza e all’ammontare degli interessi maturati sulle somme oggetto di richiesta di restituzione.
Ma, in secondo grado, il Consiglio di Stato ha respinto in toto i quattro ricorsi presentati dalle associazioni sindacali, dando completamente ragione alla Regione Puglia e rendendo obbligatorio il recupero delle somme erroneamente rimborsate ai farmacisti pugliesi. Si legge nella sentenza, che ha unificato i ricorsi, che «gli atti impugnati risultano vincolati e a contenuto obbligatorio, rispondono al principio di buon andamento e imparzialità, e sono stati preceduti da un idoneo confronto procedurale, per una vicenda che non riguarda la contestazione delle singole ricette e quindi si sottrae alla invocata disciplina concernente il decorso del termine di decadenza per poter contestare il rimborso sulle singole ricette». Inoltre, il Consiglio di Stato ha spiegato che «la previsione dello sconto in norme di legge preesistenti, seppure erroneamente applicate, consente di escludere la reale retroattività dell’intervento, mentre il fatto che le predette norme siano soggette a forme di pubblicità legale, oltre ad aver avuto ampia risonanza, esclude la lesione della buona fede nei confronti di operatori professionali, salva la possibilità di eventuali azioni, comunque estranee al presente contenzioso, verso le società partecipate dalla Regione per il risarcimento degli eventuali danni causati». Infine, il Consiglio di Dtato precisa che «la bassa percentuale dello sconto sul fatturato delle farmacie, che oggi per i farmaci in esame non operano in condizioni di libero mercato ma in convenzione con il SSN, nonché la sua incidenza sui più complessivi costi sanitari, vale a escludere l’irragionevolezza e l’ingiustizia della misura nell’ambito di una più ampia manovra di politica sanitaria e fiscale».
La Corte dei Conti ha stabilito che i 10 milioni di euro dovranno essere rimborsati in un arco temporale massimo di 12 mesi.
Entro il 31 gennaio 2018, le farmacie che non hanno ancora provveduto alla restituzione delle somme eccedenti dovranno farlo tramite il sistema Edotto, predisposto per la generazione di prospetti utili al recupero delle somme e che entrerà a regime già dal prossimo primo marzo.
Entro la stessa data, le Asl delle sei province pugliesi dovranno rendicontare gli importi recuperati nell’anno in corso, evidenziando, per ciascuna farmacia, gli importi già riscossi e quelli da riscuotere nel caso della rateizzazione. Tutte le attività di recupero dovranno essere comunicate dalle Asl entro il 31 luglio 2018.
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