Assenteismo, blitz della Finanza al Comune: tremano i furbetti del cartellino

Palazzo Carafa
Palazzo Carafa
di Paola ANCORA
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Venerdì 15 Luglio 2016, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 13:55
Assenteisti nel mirino della Finanza. Esplode anche a Palazzo Carafa il caso “furbetti del cartellino” che, da giorni, tiene banco sulle testate regionali e nazionali di mezza Italia. Nelle scorse ore i militari della Guardia di Finanza hanno effettuato blitz e controlli a tappeto nelle sedi periferiche e centrali del Comune, acquisendo documenti e l’intero blocco dei cedolini di presenza dei dipendenti dell’ente.
Dopo il blitz alla Lupiae servizi del 30 giugno scorso da parte degli uomini del Nucleo di polizia tributaria agli ordini del colonnello Nicola De Santis, l’indagine delle fiamme gialle si è allargata. E l’attenzione degli investigatori, in particolare e per il momento, si è concentrata sui settori ospitati nell’edificio comunale di via Lombardia, vicino alla stazione ferroviaria, cioè Ambiente, Anagrafe e Servizi cimiteriali.

 
La GdF ha ascoltato per ore dirigenti e funzionari di Palazzo Carafa, acquisendo in blocco i cedolini di presenza, cioè il “registro” delle giornate lavorative effettuate da ciascuno degli oltre 400 dipendenti comunali.
«Si tratta di controlli molto approfonditi» fanno sapere dal Comune, dove - sempre nelle scorse ore - si è andata diffondendo la notizia, non ufficiale, che siano state già passate al vaglio le posizioni di due dipendenti in particolare. «Una persona - raccontano un funzionario e un impiegato - sarebbe stata sorpresa dal parrucchiere nell’orario di servizio e l’altra sarebbe stata assente pur risultando in servizio a quell’ora».
Il sistema di controllo degli orari di lavoro dei dipendenti comunali funziona in modo simile in tutti gli enti pubblici. Anche a Lecce, quindi, ogni lavoratore (eccezion fatta per i dirigenti che hanno un diverso contratto e reperibilità ndr) prende servizio fra le 7.30 e le 8.30: in quell’arco orario, cioè, può timbrare l’ingresso in ufficio.
Ogni minuto di ritardo compreso fra le 8.30 e le 9, invece, va poi recuperato a fine giornata. Gli allontanamenti dal posto di lavoro - abituali nei settori, come l’Ambiente, i Lavori pubblici, l’Urbanistica o i Servizi sociali - vanno autorizzati dai dirigenti e, comunque, giustificati.
Ma se fino a pochi giorni fa - come pure ammettono dirigenti e funzionari dei diversi settori - si chiudeva un occhio su chi, magari oberato di lavoro, si allontanava dalla scrivania anche solo per prendere un caffè ristoratore o fare una telefonata privata dal proprio cellulare, adesso «hanno tutti timore. I controlli, a quanto ci risulta - raccontano ancora dal Comune - sono estremamente approfonditi». E rientrano in un’indagine complessiva che abbraccia tanto la municipalizzata Lupiae servizi, che ha già consegnato tutti gli atti relativi ai dipendenti alle fiamme gialle, che il Comune.
Tremano i “furbetti del cartellino”, come sono stati ribattezzati i dipendenti pubblici che timbrano e vanno via, chi a casa, chi a fare la spesa, in tutto lo Stivale. L’ultimo caso, nel Salento - reso noto proprio da Quotidiano - ha riguardato sei infermieri del Pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano e del Punto di primo intervento di Nardò: scoperti e, dopo poche settimane, licenziati dalla Asl.
Fuori confine, invece, ha indignato e fatto sorridere - non fosse altro che per l’escamotage adottato da un lavoratore e ripreso dalle telecamere di videosorveglianza - il caso dei 23 dipendenti del Comune di Boscotrecase, in provincia di Napoli, finiti ai domiciliari dopo i controlli dei carabinieri. Uno di loro, per non rendersi riconoscibile, strisciava due badge coprendosi la testa con una scatola di cartone.
Nulla di simile è avvenuto al Comune di Lecce, attorno al quale, ora, si stringono le maglie dei controlli della Guardia di Finanza, il cui lavoro certosino si va estendendo a tutti gli uffici dell’ente.
Si vedrà nelle prossime ore se il materiale raccolto - documenti e testimonianze - confluiranno in una dettagliata informativa da depositare sul tavolo dei magistrati inquirenti per eventuali ipotesi di reato.
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