Case popolari: la Finanza in Comune per nuove acquisizioni

Case popolari: la Finanza in Comune per nuove acquisizioni
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 20 Ottobre 2016, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 13:29
La Guardia di finanza all’ufficio Casa di Palazzo Carafa per acquisire una serie di informazioni utili a stabilire se e chi sia stato responsabile di quel vuoto istituzionale che avrebbe avuto come conseguenza l’aver portato Lecce in cima alla graduatoria delle città con il maggior numero di alloggi occupati. Quelli comunali, la minima parte, e quelli dell’ex Iacp, oggi “Arca Sud Salento”, la gran parte.

Dopo l’acquisizione della documentazione all’“Arca Sud Salento” dei giorni scorsi, l’altro ieri i finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria si sono presentati a Palazzo Carafa. Anche qui con un decreto di acquisizione a firma dei pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberto Licci, cioè i nuovi titolari dell’inchiesta condotta fino all’inizio dell’estate dal procuratore aggiunto Antonio De Donno.

Questo nuovo accesso degli investigatori nell’ufficio dove vengono trattate le pratiche di assegnazione degli alloggi pubblici, è frutto della necessità di verificare alcune circostanze emerse nel corso dell’analisi di tutta la documentazione acquisita dopo il via dell’inchiesta dato dall’esposto presentato quattro anni fa dal Pd e dalle notizie contenute nell’informativa depositata nei mesi scorsi dagli investigatori: occorre capire se è vero che il fenomeno dell’occupazione sia scoppiato almeno a partire dal 2004, da quegli anni, insomma, in cui si sono succeduti gli interventi delle forze dell’ordine per occupazioni di case popolari avvenute anche sfondando i muri in conci di tufo messi al posto delle porte.
 
Bisogna accertare anche se è vero che famiglie con un riconosciuto pedigree criminale siano diventate le effettive assegnatarie degli alloggi: in altre parole, se i nuclei familiari e le abitazioni siano passate attraverso l’intercessione di persone che non avrebbero avuto alcun titolo a fare da intermediari, ma che avrebbero sfruttato il carisma criminale per imporre scelte e tariffe.
Infine - ed è questo il tema più scottante - gli inquirenti sono intenzionati a chiarire se abbiano avuto un ruolo gli amministratori, i funzionari ed i dipendenti di Palazzo Carafa.

Per questo la presenza dell’altro giorno delle Fiamme gialle a Palazzo di Città è servita a stabilire come sia stato composto l’ufficio Casa negli anni, chi sono stati i dirigenti, come siano state gestite le pratiche di decadenza e sgombero degli alloggi. L’inchiesta si sta occupando anche di capire come siano state formate le graduatorie e se a quelle graduatorie siano poi corrisposte le effettive assegnazioni.

Un filo diretto sembra legare Palazzo Carafa e l’“Arca Sud Salento”, in questo fascicolo. E del resto non potrebbe essere diversamente visto che posseggono insieme l’intero patrimonio degli alloggi destinati alle famiglie meno abbienti. La presenza dei finanzieri nella sede dell’Arca è servita ad acquisire documentazione per meglio definire se siano state rispettate le procedure che, fra l’altre cose, prevedono l’immediato avviso dello sgombero di un immobile e la successiva assegnazione, allo scopo di prevenire le occupazioni abusive.
Che sono diventate tante, le occupazioni abusive. E questo spiega perché il numero degli indagati sfiori i 100 nell’inchiesta che per il momento ha visto una sola discovery: l’8 giugno dell’anno scorso un decreto di perquiszione e sequestro fu notificato agli gli assessori Attilio Monosi e Luca Pasqualini (Forza Italia), il vicepresidente del Consiglio comunale, Antonio Torricelli (Partito democratico) ed il funzionario comunale Lillino Gorgoni. Associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ed abuso di ufficio, le ipotesi di reato riportate genericamente senza alcuna attribuzione ai singoli indagati. Ma l’attesa è ora tutta sugli sviluppi degli ultimi accertamenti.
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