Centro chiuso: la disabile non passa

Maria De Giovanni
Maria De Giovanni
di Maddalena MONGIÒ
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Giovedì 25 Agosto 2016, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 11:44
Centro off limits per la festa dei patroni Oronzo, Giusto e Fortunato e a farne le spese è stata una donna, Maria De Giovanni, di Borgagne. Doveva ricevere il premio “Eccellenza delle eccellenze”, ma non si è potuta presentare per ritirarlo. A frapporsi tra lei e il riconoscimento una vigilessa che le ha impedito di passare con l’auto nonostante abbia fatto presente che con la sua disabilità non poteva arrivare a piedi al Teatro romano dove era previsto l’evento.
Tutto è accaduto l’altra sera: Maria De Giovanni e il marito sono arrivati a Lecce e hanno imboccato via Felice Cavallotti ignorando che il centro cittadino era blindato per la festa. Arrivati al rondò su cui confluisce il traffico proveniente da viale De Pietro e da via Cavallotti la coppia ha trovato due vigili che controllavano l’arteria e il varco chiuso dalle transenne. E De Giovanni racconta: «Trova un parcheggio e fai quello che vuoi. Questa la risposta che mi ha dato la vigilessa, indifferente al fatto che sono una disabile».

Non c’è rabbia nelle sue parole, piuttosto indignazione. Autrice di un libro “Sulle orme della sclerosi multipla” (Graus editore) in cui ha raccontato la sua lotta - tenace - contro la malattia che l’affligge non si contiene: «C’erano una vigilessa e un vigile e lei mi ha detto che c’era un’ordinanza che impediva l’accesso in auto anche ai disabili e ai residenti. Ho fatto presente che ho un pass internazionale, ma è rimasta indifferente continuando a ripetere che non poteva fare nulla. Mi ha chiamata il sindaco di Lecce, Paolo Perrone. Si è scusato, si è detto costernato e ha ribadito che queste cose non devono accadere».
Non è stata l’unica telefonata, quella del sindaco Perrone, anche Donato Zacheo, comandante dei vigili urbani, ha chiamato Maria De Giovanni scusandosi a nome di tutto il corpo, ma l’amaro inboca rimane. «Ci riserviamo di agire per le vie legali - afferma De Giovanni - per tutelare i diritti delle persone che già soffrono per la loro condizione e non devono essere ulteriormente sbeffeggiate. In tanti hanno manifestato solidarietà, ma quello che è accaduto è grave. Perché la vigilessa non mi ha indicato un percorso alternativo per raggiungere in auto il Teatro romano? Perché insisteva a dire non poteva fare nulla?»

Il premio che doveva ritirare e che poi ha ricevuto per interposta persona (è stato ritirato da una sua amica) aveva una particolare valenza per Maria De Giovanni. «Si trattava del riconoscimento al mio impegno. Con il mio libro sto portando in giro per l’Italia una storia che ha un valore sociale per il quale sarò ricevuta, i primi di ottobre, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla presidente della Camera Laura Boldrini. Qui, invece, mi sono vista chiudere la porta in faccia».
Quindi? Incidente chiuso dopo le telefonate del sindaco Perrone e del comandante Zacheo? «Non basta una telefonata per scrollarsi di dosso le responsabilità - puntualizza De Giovanni - e la vigilessa non si è neppure preoccupata di telefonarmi. Bisogna lottare - e lo farò - per eliminare le barriere, anche culturali, che impediscono alle persone che hanno disabilità di stare con gli altri senza doversi sentire di peso o come se fosse una particolare concessione fruire liberamente degli spazi pubblici».
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