Sorpresa porta a porta. Monteco al Comune: «Costo sottostimato»

Sorpresa porta a porta. Monteco al Comune: «Costo sottostimato»
di Paola ANCORA
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Mercoledì 29 Giugno 2016, 10:18
«I conti non quadrano. Il costo dell’intero servizio è sottostimato». E dopo aver lavorato per mesi ad aggiustamenti, correzioni e innovazioni sul sistema di raccolta dei rifiuti “porta a porta”, Monteco si prepara a fare i conti. E a bussare a denari al Comune, che poco più di un anno fa le ha aggiudicato l’appalto per 123 milioni di euro in nove anni. A parlare, oggi, è il patron dell’azienda, Mario Montinaro. Nessun intento, da parte sua, di porgere il fianco alle polemiche o di innescare la guerra con Palazzo Carafa. Ma la constatazione che «questa città meriterebbe di più e meglio» dice l’imprenditore, «anche perché la vera e grande sorpresa di questo servizio è la grande collaborazione e volontà dimostrata dalla città» nell’accogliere e portare avanti una vera e propria rivoluzione in tema ambientale.  Via i cassonetti dell’indifferenziato e kit individuali o collettivi per utenze domestiche, case e palazzine, e non domestiche, come pub, ristoranti e negozi: questa, in sintesi, la svolta impressa il 4 maggio al sistema di raccolta dei rifiuti a Lecce. Ma nel corso dei mesi non sono mancati disagi, sono emerse falle e problemi che, al momento della stesura del capitolato, nemmeno sono stati contemplati. Di più. Nel capitolato mancano addirittura alcuni specifici servizi. Uno su tutti: non è previsto lo spazzamento della zona Stadio e si contempla poi un solo passaggio lungo alcuni dei viali cittadini. Anche per questo Montinaro ritiene che «Lecce meriti di più. Basti dire che a Brindisi, che per popolazione, viabilità e utenze ha numeri inferiori a quelli della città barocca, spende un milione di euro in più per il servizio».
Monteco si prepara a consegnare al Comune la relazione di fine anno, «comprensiva di una serie di criticità che abbiamo riscontrato - dice ancora l’imprenditore -. Per esempio, lo spazzamento: si potrebbe estendere il servizio meccanico e dedicare i netturbini e il servizio manuale al solo mantenimento. I problemi del quartiere Mazzini non è che io li legga sulla stampa, li vedo e li constato ogni giorno. Noi abbiamo proposto diverse soluzioni, per esempio convogliare l’organico in specifiche isole ecologiche: noi potremmo realizzarle domani, mentre gli uffici preparano progetti per intercettare fondi europei e ci vorranno anni e anni per vederle costruite e funzionanti». Un’altra proposta suggerita dalla ditta al Comune per sciogliere il nodo del quartiere Mazzini - dove la maggior parte dei condomini non ha spazi adeguati a ospitare i bidoni della raccolta - «è stata fare il “porta a porta passivo”: abbiamo suggerito - continua Montinaro - di individuare 25 punti di conferimento dei rifiuti, piazzando un camion ogni 200 metri a intervalli regolari nell’arco delle 12 ore diurne». Così facendo il problema dei condomini sarebbe stato risolto in un colpo solo. «Ma dal Comune non ho mai ricevuto un “no” secco, mi si dice sempre “il capitolato non lo prevede” oppure “non ci sono i soldi”: certo è che io sono soltanto un esecutore, mi devo attenere alle scelte dell’ente».
Nemmeno è pensabile, però, che l’impresa perda denaro: «Non ci siamo mai sottratti né fermati, specie se si è parlato o si parla di innovare - rivendica Montinaro -ma soffriamo dal punto di vista economico, non navighiamo nell’oro. Il costo del servizio è sottostimato». E, in più, oggi l’Iva sul servizio viene pagata dal Comune allo Stato e l’impresa, in un momento successivo, è a Roma che deve chiederne il pagamento. «Solo per lo scorso anno - chiude Montinaro - ho un credito di un milione, quest’anno sarà anche più elevata. Non credo vedremo quei soldi prima di un decennio». E fra arzigogoli burocratici, servizi da mettere a punto ed emergenze da tamponare, presto arriverà il momento, per il Comune - lo aveva annunciato tempo addietro il responsabile per l’esecuzione del contratto, il funzionario comunale Lillino Gorgoni - di sedersi con Monteco attorno a un tavolo e fare i conti.
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