Esplosione alla centrale di Suviana, cosa è successo? I lavori, la turbina esplosa e l'incendio: tutte le ipotesi

Esplosione alla centrale di Suviana, cosa è successo? I lavori, la turbina esplosa e l'incendio: tutte le ipotesi
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Martedì 9 Aprile 2024, 21:51 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 20:00

Un boato, poi il fumo denso che si alza dalla centrale e dal lago, le sirene dei mezzi di soccorso che risuonano nella valle, il via vai delle ambulanze fuori dai cancelli. L'incendio e l'esplosione alla centrale idroelettrica Enel di Bargi hanno sconvolto il lago di Suviana, una comunità che ruota intorno alla diga e all'impianto per la produzione idroelettrica e che vive anche di turismo, visto che l'area è dentro un parco regionale a cavallo dell'Appennino tosco-emiliano.

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Le testimonianze

Drammatiche le testimonianze dei vigili del fuoco che a fatica si sono calati sotto il livello del lago per la ricerca dei dispersi e di chi gestisce le attività a ridosso del lago, frequentate in mezzo alla settimana proprio dai lavoratori dell'impianto. «Un disastro impressionante» hanno raccontato i primi soccorritori, quando ancora non erano riusciti ad entrare all'interno dei locali colpiti dall'esplosione. «Abbiamo sentito un'esplosione e poi del gran fumo uscire dalla centrale - racconta all'ANSA Simone Cappi, titolare del ristorante La Spiaggetta che si trova sul lago, a circa 300 metri dal luogo dell'esplosione - È incredibile ciò che è successo.

I soccorritori sono arrivati in forza, abbastanza velocemente, c'è un gran lavoro da fare». I soccorritori gli hanno chiesto di portare dell'acqua. «Lo stiamo facendo e per la serata siamo pronti a preparargli qualcosa da mangiare, perché i soccorsi andranno avanti per tutta la notte»

Il pranzo prima della strage

Cappi ricorda che nella zona tutti conoscono chi lavora nella centrale, tecnici e operai. «Abbiamo una convenzione per la mensa con quelli di Enel, ma anche chi lavora per le ditte in appalto viene a mangiare da noi. Anche oggi sono venuti, prima che succedesse questo finimondo - dice commosso - Sono riuscito a parlare con un dipendente di Enel, che mi ha detto che uno di loro è messo molto male».

I lavori

Nella centrale, racconta ancora il ristoratore, stavano facendo dei lavori. «È un anno e mezzo che stanno rinnovando tutto». Decine i vigili del fuoco impegnati nelle attività di soccorso e ricerca dei dispersi. «C'è parecchio fumo, abbiamo fatto fatica ad entrare nei locali. Per prestare soccorso servono visibilità e basse temperature», ha detto nei primi momenti del disastro il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Bologna Calogero Turturici. «Tutti i locali sono completamente invasi dal fumo - conferma Luca Cari, dirigente della comunicazione d'emergenza del comando generale dei vigili del fuoco - gli uomini stanno intervenendo con gli autoprotettori perché altrimenti sarebbe impossibile lavorare in sicurezza».

La ricostruzione

Dalle prime informazioni sarebbe esplosa una turbina della centrale, all'ottavo piano ribassato mentre un piano più sotto si è registrata un'inondazione dovuta a un tubo di raffreddamento della turbina che ha allagato il locale per parecchi metri, il tutto a 40 metri di profondità. Ecco perché al lavoro ci sono oltre ad una sessantina di pompieri anche i sommozzatori. E stanno arrivando le squadre Usar, specializzate nelle ricerche tra le macerie. La speranza di trovare qualcuno in vita è debole ma ancora c'è, visto che all'appello mancano 3 persone. «Potrebbe essere che dopo l'esplosione abbiano trovato ricovero da qualche altra parte della piastra», ha detto il direttore regionale dei Vigili del fuoco, Francesco Notaro. Sul posto sono arrivati tanti amministratori locali insieme al prefetto, al pm di turno e alle forze dell'ordine. «Vediamo un via vai continuo, si calano con le bombole di ossigeno», dice Maurizio Fabbri, sindaco di Castiglione de Pepoli. Il sindaco di Camugnano, Marco Masinara, parla di un probabile crollo di un solaio. «Un dispiacere enorme: è stata colpita un'intera comunità, nostra e di Enel che qui ha un forte legame con tutte le persone che da anni lavorano alla centrale».

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