Visti da (molto) vicino/Eleonora Sergio:
«Tutta colpa dei pesci»

Visti da (molto) vicino/Eleonora Sergio: «Tutta colpa dei pesci»
di Rosario TORNESELLO
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Lunedì 25 Novembre 2013, 14:51 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 18:58
LECCE - Dal Salento a Roma. Approdo da star. Qui lascia cuore, famiglia, ricordi. Tra i conterranei, anche postumi di fastidiosissimi torcicollo che non pochi, da queste parti, ancora lamentano. Girarsi a guardarla ha avuto i suoi vantaggi.


Evidentemente, altrettanti svantaggi. Al contrario, a stare davanti allo schermo - cine o tivù - si rischia meno e per inquadrature migliori, piani sequenza suggestivi, zoomate che schiudono orizzonti alla fantasia. Mercoledì sera molti lo hanno fatto, incollati a RaiUno. Quasi cinque milioni. Prima serata d’autore, con Pupi Avati. “Il bambino cattivo”. Storia intensa, emozioni per il cuore. E lei tra i protagonisti. Lei Eleonora Sergio (d’ora in avanti solo Eleonora, ché il cognome - a leggere - induce ad equivoci che a guardare decisamente svaniscono. Ma qui si legge, perciò...). Andare avanti per saperne di più. Conviene. Promesso.



Eleonora da Cavallino, gli anni giusti portati in modo sbarazzino. Un’altezza che non favorisce la discrezione. E una eleganza naturale che la bellezza ha avuto in dote per non sfiorire nella banalità di tante che vedi: entusiasmano, ma poi svaniscono nell’oblio, causa insipienza. Qui tutt’altro. È nata dopo il segno dei Pesci. Una manciata di giorni ed eccola al centro dell’Ariete. Coriacea. Determinata. In realtà il minipimer genetico ha mescolato il portamento di mamma Clara, la solare allegria di papà Franco e la testardaggine del fratello, Diego, tre anni più grande.



Una famiglia unita, tanto, molto. Semplice. «Sembra quella del Mulino Bianco», racconta la cognata, Iliana. Solo più normale, più tranquilla, più vera. Come le nostre, stazzonate al risveglio, occhi cisposi e via a brancolare per casa seguendo l’aroma del caffè in cucina. Anche il resto, copione ordinario. Ma fino a un certo “punto”. Scuole a Lecce, superiori al Magistrale. Una tendenza naturale a finire in prima fila, fin dalle recite alla Materna del “Principe Umberto”. E una bellezza raffinata, mai volgare, da far girare la testa. Nel senso di voltarla al suo passaggio. Certe figure si apprezzano a tutto tondo. Lo schermo piatto evita sì noie al muscolo sternocleidomastoideo (Wikipedia vi dirà di più, se proprio), ma toglie sfumature di senso. E poi il lavoro. E i pesci. Proseguiamo? Proseguiamo.



I pesci, ecco. Il “punto” è questo. La storia è nota. Due righe per ricordarla: Eleonora che lavora a Lecce da “Sweet”, zona piazza Mazzini; Cristina Comencini, regista e figlia di regista, che fatica a trovare un volto giusto per il nuovo film da fare; l’organizzatore della tappa salentina del casting che propone a Eleonora di provarci e lei che alla fine dice sì, va bene, ok, d’accordo: andiamo. Al provino ci arriva accompagnata dalla mamma. La parte sarà sua. Anno 1999, inizio dell’avventura. “Liberate i pesci”. Ce l’aveva scritto nel destino. In effetti ci aveva già provato, ma quand’era molto più piccola. E questa, al contrario, è storia meno nota. «Andò così - racconta il fratello -: eravamo bambini, un po’ si giocava, un po’ si litigava. In un modo o nell’altro, era sempre baraonda. La mamma per tenerci buoni ci disse di andare a “lavare i pesci”. Proprio così. Nel gergo familiare aveva un significato preciso: prendere la boccia dei pesciolini, cambiare l’acqua, pulire il vetro e risistemare il tutto. Solo che lei interpretò alla lettera quell’invito un po’ troppo perentorio: prese un pesciolino con una mano, impugnò la retina con l’altra e iniziò a sfregare... Ecco, almeno il secondo pesciolino, quello affidato a me, si salvò».



Le è rimasta la tendenza ad applicarsi alla parte. Studiare studia. L’esperienza, però, le ha insegnato a dosare energie e attenzioni. Soprattutto, a interpretare meglio le indicazioni. “Lavare i pesci”, tsè... Da 14 anni vive a Roma. Ha lasciato il paese. Ha rotto un fidanzamento “in casa”, forse troppo soffocante per lei, spirito indipendente, indole autonoma. Libertà. Mamma, del trasloco, se ne è fatta una ragione dopo le bacinelle di lacrime (sola, e catinelle...). L’accademia. La scuola di recitazione. E un profluvio di offerte e lavori. Provini e riprese. Ciak, si gira. E incrociamo le dita. «Adesso Eleonora sta coronando uno dei suoi sogni - dice la cognata, entrata a far parte della Sergio’s family via coniugio cinque anni fa -: un film con Verdone. Uscirà il 14 febbraio, San Valentino. Nella storia lei è la nuova compagna del protagonista. Carlo è uno dei suoi attori preferiti». E poi c’è Al Pacino, aggiunge il fratello. Il sogno proibito. Professionalmente. L’altro, e non solo artisticamente, era Ramazzotti. Era, perché non lo è più. Ne era innamorata, ma da ragazzina, da casa, dalla provincia. Amen. Eros se ne farà una ragione. Per tutti gli altri, invece, aspiranti e spasimanti, un attimo di pazienza: istruzioni in arrivo. Per ora basti sapere che non ha un compagno. Non risulta alle cronache. Iliana spiega: «Non ufficialmente, almeno». Non facciamo scherzi.



Incontrarla non è difficile. A Cavallino ritorna spesso. Non aspettatevi la vip, men che meno la vamp. Primo indizio, una Mini Cooper vecchio modello. Secondo, una chioma bionda. Terzo, qualcuno col torcicollo. «Stare a casa le piace molto - raccontano fratello e cognata -. E quando esce in paese, jeans e scarpe sportive. Abiti comodi e occhiali da sole. È rimasta una ragazza semplice. Ci tiene molto a sé, certo. Ma è la Eleonora di sempre, con le sue amiche, la sua passione per lo sport, i suoi legami forti. Carattere accomodante: rapporti splendidi sul set con tutti, dai truccatori fino alle colleghe più note, già affermate. Eleonora è così». E anche questa agiografia è fatta. Ma non è finita.



Sale e pepe q.b. arrivano alla fine, via whatsapp. Il riflesso intrigante di Eleonora rimbalza da lei medesima. Gli influssi capitolini scatenano femminilità. Forza Roma. Dunque: «La donna deve essere sexy. Autoreggenti e tacchi per stendere un uomo». Vero: ora dorme sola. Ma cambia poco o nulla: «A letto si va con babydoll». E prima - a qualsiasi ora, che sia stato gran galà o una semplice cena con amici - l’immancabile rito: crema su occhi, viso, corpo, gambe e piedi. «Sono una fissata». Calmate l’esuberanza, l’ultima annotazione taglia fuori buona parte dei pretendenti: Eleonora, qual è l’uomo ideale? «Figoooooo, ma di testa. Spiritoso. Affascinante. Galante». Astenersi perditempo.
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