Cassino, omicidio Fava la Procura insiste: "Il cadavere fu soppresso"

Cassino, omicidio Fava la Procura insiste: "Il cadavere fu soppresso"
1 Minuto di Lettura
Sabato 11 Aprile 2015, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 16:06
Omicidio di Samanta Fava, la 37enne di Sora scomparsa nell’aprile del 2012 e trovata murata in una cantina a Fontechiari il 19 giugno 2013, la Procura di Cassino appella parte della sentenza di primo grado. È di queste ore il deposito, presso la cancelleria della Corte d’appello di Roma, dell’atto con il quale il sostituto procuratore delle Repubblica, Alfredo Mattei (nella foto, a destra, insieme all'avvocato di parte civile eduardo Rotondi), chiede sia riconosciuto, in sede di appello, il reato di soppressione di cadavere e non il “semplice” occultamento. Tonino Cianfarani, muratore 42 enne di Sora, infatti, è stato condannato a 25 anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere, ma la Procura gli aveva contestato la distruzione del cadavere della donna e di conseguenza chiesto 30 anni di carcere. Sul piano applicativo della pena, dunque, la differenza vale almeno cinque anni di reclusione in più.