Critiche alla sua ex Agenzia, il diktat:
«Revocate la licenza da consulente»

Luciano Dissegna
Luciano Dissegna
di Giuseppe Pietrobelli
3 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Aprile 2015, 21:16 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 07:10
ROMANO (Vicenza) - Vietato disturbare il manovratore. Ovvero, il potente esattore delle tasse, il moloch-Erario che ingoia i nostri guadagni, l’agente fiscale che mette il naso nei conti di tutti per portare soldi alle casse dello Stato, che chissà poi come li spende. Vietato parlarne male, o solo criticarlo, mentre è intento nella sua indefessa, meritoria opera di rastrellamento per il pubblico interesse. Dicono che la vendetta è un piatto che si mangia freddo. Ebbene, l’Agenzia delle Entrate del Veneto, per consumarla nei confronti di un suo ex dipendente, colpevole di lesa fiscalità, ha impiegato tre anni. Ma poi ha presentato il conto.



Ricordate l’Operazione Cortina, blitz di fine anno del 2011 nella Conca strapiena di milionari, bella gente e riccastri provenienti dall’Est? L’effetto mediatico dei controlli sugli scontrini fiscali fu formidabile. Le polemiche pure. In quell’occasione il dottor Orazio Luciano Dissegna, bassanese, ex dirigente dell’Agenzia, a riposo dal 2009, ebbe l’ardire di scrivere una lettera al Gazzettino. «Non so se i vantaggi legati ai quattro soldi che l’Agenzia delle Entrate è riuscita (o riuscirà) a recuperare siano superiori agli svantaggi conseguenti allo sputtanamento della località e all’odio sociale che si sta diffondendo verso i commercianti». Apriti cielo! La reazione è stata veemente, anche perchè un mese dopo lo stesso recidivo Dissegna indirizzò a politici, accademici, esponenti del mondo del lavoro un’invettiva pubblica che aveva un "oggetto" nient’affatto diplomatico: «Fate schifo».



E lo spiegava in 15 punti, il primo dei quali riassume gli altri: «Fate schifo perchè ve la prendete con gli "evasori" senza considerare che molti (piccoli imprenditori) stentano ad arrivare a fine mese e a pagare i dipendenti». Toni graffianti, espressione coerente di una battaglia da polemista che Dissegna (è stato sindaco di Romano d’Ezzelino) conduce verso uno Stato a suo dire miope e incapace di capire dov’è l’evasione fiscale vera. Una mano nera che colpirebbe i deboli, distruggendo l’economia reale.



La potente Agenzia non è rimasta alla finestra. Da Venezia è partita una richiesta (19 aprile 2012) con cui «ha proposto la revoca dell’autorizzazione all’esercizio delle funzioni di assistenza tecnica in materia tributaria» del sovversivo Dissegna.



Già, perchè quest’ultimo, avvalendosi della facoltà concessa agli ex dirigenti, è (era) autorizzato a svolgere la funzione di difensore dei contribuenti di fronte alle commissioni tributarie. Di quell’iniziativa non se n’era saputo nulla. Fino a qualche giorno fa quando Dissegna ha ricevuto una raccomandata da Renato Acconcia, dirigente della Direzione Giustizia Tributaria, del ministero dell’Economia e Finanze.

Gelido come può essere il lessico della burocrazia, ecco l’atto d’accusa, che è già condanna.



«Si ritiene che le espressioni usate dalla S.V. costituiscano un chiaro esempio di comportamento gravemente lesivo nei confronti dell’Amministrazione finanziaria stante che, anche al di fuori dell’attività professionale, il difensore (in materia tributaria, ndr) deve osservare i doveri di probità, dignità e decoro». Punto. Fosse andato a divertirsi in un bordello austriaco non lo avrebbero bollato così. «Per tale motivo si comunica che è in corso di predisposizione il provvedimento di revoca».

Due mesi fa a un imprenditore vicentino (indagato in vari procedimenti) è andata anche peggio. Dichiarò che evadere il fisco non è un reato grave ed è stato condannato a pagare un milione di euro per danno d’immagine. Del clamoroso provvedimento nei confronti del professionista bassanese un po’ troppo fiscale nei confronti del Fisco, abbiamo chiesto l’opinione della parte in causa, l’Agenzia delle Entrate del Veneto. Anche alla luce del diritto di critica sancito dalla Costituzione. Risposta: «È prassi dell’Agenzia non esprimersi su vicende che riguardano singoli contribuenti o professionisti. Inoltre in merito è stato emanato un atto da un’altra Amministrazione dello Stato che non si intende commentare».