Luigi Vinci: «I muri spicconati? Più pericolosi di prima»

Luigi Vinci: «I muri spicconati? Più pericolosi di prima»
di Davide Cerbone
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Venerdì 27 Marzo 2015, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 09:02
Sotto le impalcature, niente. Ma c'è ben poco di seducente nel vedo-non vedo di una città che mortifica la propria bellezza coprendola con armature di metallo. Messo il cerotto, infatti, bisognerebbe subito curare la piaga. Invece il centro di Napoli è un mosaico indistinto di ponteggi e transenne. Lavori dei quali non è dato conoscere la fine. E spesso neanche l'inizio. «Ci si limita a spicconare per mettere in sicurezza e stare a posto con la coscienza. Poi i lavori si fermano, a volte nemmeno partono. Ma se va via l'intonaco a protezione delle murature, dopo un po' si va ad ammalorare anche la parte sottostante, quella strutturale, esposta direttamente alle intemperie e ai salti termici». L'allarme è serio, ed ha la voce di Luigi Vinci, presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Napoli.

Insomma, il rimedio è peggiore del male?

«Già. Sia chiaro: gli spicconamenti vanno fatti. Ma a quelli devono seguire in tempi rapidi azioni di ripristino con materiali di qualità, che tra l'altro sono migliori e più duraturi rispetto a quelli originari».



Invece spesso ci si limita ad interventi, è il caso di dire, di facciata.

«Esatto. E si aggiunge così un ulteriore danno. Perché se è vero che nell'immediato si elimina il pericolo, se si lascia tutto così bisogna aspettarsi di ritrovarsi poi con problemi peggiori».



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