Casalesi, maxi sequestro di beni a imprenditore tra Campania e il Nord Italia

Casalesi, maxi sequestro di beni a imprenditore tra Campania e il Nord Italia
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Giovedì 19 Marzo 2015, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 11:52
La polizia ha eseguito un maxi sequestro di beni nelle province di Napoli, Caserta ed Alessandria ad un imprenditore ritenuto elemento di spicco del clan dei Casalesi: i beni sono riconducibili a un imprenditore nel settore edile.



Maurizio Capoluongo, 53 anni - l'imprenditore a cui oggi Sco e Polizia di Napoli e Caserta ha sequestrato i beni - è stato arrestato dalla Polizia di Stato il 9 ottobre scorso, ad Aversa nel Casertano. Il sequestro di oggi è stato emesso su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (sostituti procuratori Sirignano, D'Alessio e Maresca).



«Colletto bianco» del clan, in particolare della fazione Zagaria del clan dei Casalesi, abile negli affari e nel tessere rapporti con il potere politico, Capoluongo, all'occorrenza, era anche pronto a uccidere: è ritenuto, infatti, coinvolto nell' omicidio di Ciro Nuvoletta, fratello minore dei boss Nuvoletta. Capoluongo è considerato, tra l'altro, una memoria storica del clan: vanta una militanza trentennale al fianco prima del fondatore del clan dei Casalesi, Antonio Bardellino, poi di Michele Zagaria e Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone «Sandokan».



Fu proprio grazie a «sandokan» che uscì indenne dalla terribile faida interna avviata proprio da Francesco Schiavone, Francesco Bidognetti, Vincenzo De Falco e Mario Iovine, quest'ultimo ritenuto l'esecutore materiale dell'uccisione di Bardellino.



Di Capoluongo ha parlato l'ex boss, oggi collaboratore di giustizia, Antonio Iovine, soprannominato «o' ninno», secondo il quale l'imprenditore mafioso, dopo un apparente allontanamento dal clan in seguito all'omicidio di Antonio Bardellino (1988) cui era molto legato, divenne nel 2000 «punto di riferimento per le notizie da fornire a Michele Zagaria circa le iniziative imprenditoriali sul territorio».
Negli anni ha gestito numerosi affari illeciti per il clan, come il totonero e il settore delle scommesse clandestine, aprendo numerosi attività imprenditoriali tra cui una gioielleria a Caserta.


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