Le fatiche di Ercole per il Mose Così trattava con Mazzacurati

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Martedì 17 Marzo 2015, 04:46
Le telefonate intercettate con l'allora presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, per assicurare alla guida del Magistrato alle acque un funzionario "amico". E poi il ruolo giocato a favore del canale Contorta, come alternativa per il passaggio delle grandi navi in laguna. Il nome di Ercole Incalza, l'alto funzionario arrestato ieri su ordine della Procura di Firenze, compare anche in storie emblematiche di grandi opere veneziane. E come non potrebbe, visto il ruolo ricoperto da questo ingegnere brindisino, classe 1944, rimasto al vertice del ministero delle Infrastrutture per ben 14 anni, fino al 31 dicembre scorso, con 7 governi e 5 ministri diversi. Approdato, da socialista, al ministero dei Trasporti con Claudio Signorile, coinvolto in varie inchieste, da Tangentopoli in poi, ma sempre uscito indenne. L'ultima proprio questa sull'alta velocità a Firenze.
A Venezia, ovviamente, Incalza si è occupato di Mose. Non è indagato nell'inchiesta che ha scoperchiato il cosiddetto sistema Mose, ma il suo nome compare più volte nelle intercettazioni telefoniche. Pare un referente di Mazzacurati a Roma, anche se non risulta a libro paga. «Alcuni i soldi non li vogliono» dirà poi il presidente del Cvn ai pm. Nel 2013, quando deve cambiare il Magistrato alle acque, Mazzacurati si sente a più riprese con Incalza. «Ti volevo dire che... per quanto riguarda il nuovo magistrato alle acque, verrà Signorini». «Ah bene!» ribatte Mazzacurati. Poi però la nomina non va in porto, per il Cvn c'è il rischio che arrivi Fabio Riva. «Non va bene - si sfoga Mazzacurati con Incalza -... è una persona... un mezzo disastro... è un uomo fatto in un certo modo». Passaggi che non sfuggono al Movimento 5 stelle che, già a luglio, subito dopo gli arresti per il Mose, chiede al ministro Lupi la rimozione di Incalza perché il suo nome «è apparso nelle intercettazioni dell'inchiesta su Mose, Expo, indagato dalla Procura di Firenze per la Tav». Lupi lo difende, sostenendo che «ha vinto ben tre concorsi pubblici per ricoprire quel ruolo». Poi, dopo il pensionamento a fine anno, lo sostituisce proprio con quel Signorini, anche lui non indagato a Venezia, ma che dalle intercettazioni risulta non solo gradito a Mazzacurati, ma anche beneficiario di una vacanza omaggio in Toscana con famiglia, nel 2011, tutto a spese del Cvn.
Altro fronte veneziano, quello del canale Contorta. A ricostruire il ruolo avuto da Incalza nell'iter del progetto è l'ambientalista veneziana Andreina Zitelli, candidata alle prossime regionali con il Pd. «Incalza è stato il deus ex machina del ministero delle Infrastrutture dal primo governo Berlusconi fino all'attuale governo Renzi. Ha fatto il bello e il cattivo tempo deformando a piacimento l'interpretazione delle norme - accusa -. Nel caso Contorta è stato Incalza a sostenere che Costa poteva presentare il progetto in Legge obiettivo». In particolare c'è una lettera che il funzionario scrive al collega dell'ambiente. «È attraverso Incalza che l'allora presidente del consiglio Enrico Letta sosteneva la preminenza del progetto del Contorta e l'urgenza di passare subito alla realizzazione» continua Zitelli che ora chiede a Renzi la sostituzione di Lupi e Galletti, «ministri la cui immagine è compromessa, incapaci di governare le loro materie e le loro strutture».
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