Ragazzine molestate dal maniaco

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Mercoledì 18 Febbraio 2015, 05:09
«Era anziano e alterato e le ha messo le mani addosso»: ha raccontato quel terribile pomeriggio del 2 dicembre 2010 la ventenne che raccolse la confidenza di una compagna di scuola, che frequentava con lei un istituto a Longarone. Quella ragazza residente nella provincia di Pordenone, che allora aveva meno di 16 anni, venne avvicinata da L.F, sessantenne del posto. L'uomo cominciò a molestare lei e la sua amica con frasi volgari. Ma sarebbe andato oltre le parole. Avrebbe infatti messo le mani addosso palpeggiandole il seno. Il procedimento, con due parti offese, che si avvia verso la conclusione, e che ieri si è svolto in tribunale a Belluno, riguarda l'accusa di molestie. L'ipotesi di violenza sessuale era caduta in udienza preliminare: il giudice ravvisò solo le molestie. Il 5 maggio sono attese la discussione e la sentenza e si apprenderanno ulteriori dettagli. Il processo infatti è stato fatto fino ad ora a porte chiuse vista la minore età delle ragazze.
Ieri una delle due parti offese, che oggi ha quasi 20 anni, si è ricostituita parte civile con il suo avvocato Enrico Sarcinelli del Foro di Pordenone. Non c'era l'imputato, assistito dall'avvocato Sonia Rinaldo. La ragazza ha ricordato quella giornata del 2 dicembre 2010 rispondendo alle domande dell'avvocato e del pm.
«Eravamo a scuola insieme - ha spiegato la ragazza - Quel pomeriggio lei con un'altra compagna vanno fuori per una passeggiata nell'ora libera e dovevano prenderci dei kebab». Quando le due ragazzine tornano dall'amica sono sconvolte e raccontano quanto accaduto.
«Ha spiegato che c'era un uomo di una certa età che le importunava e che ha messo le mani addosso», ha proseguito ieri la testimone.
«Le ha toccato il seno», incalza l'avvocato Sarcinelli ricordando le sommarie informazioni rese da quella teste nel 2010. «Non ricordo», risponde lei.
Si torna in aula il 5 maggio, quando sarà sentito anche il titolare del kebab, un cittadino marocchino che ieri non si è presentato e per il quale il giudice ha disposto l'accompagnamento coattivo.