Stampa, l'Italia perde 24 posti nella classifica della libertà

Stampa, l'Italia perde 24 posti nella classifica della libertà
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Giovedì 12 Febbraio 2015, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 20:03
L'Italia perde 24 posti e scivola al 73/o gradino della classifica della libertà di stampa stilata da Reporter senza Frontiere (Rsf), «dopo un anno difficile per i giornalisti, per cui le minacce da parte della mafia, tra gli altri, e le cause per diffamazione ingiustificate sono molto aumentate». Lo annuncia l'organizzazione non governativa nella presentazione dello studio.



«Il peggioramento dello stato della libertà di stampa in Italia dimostra che l'allarme lanciato nei mesi scorsi dal sindacato dei giornalisti, da Articolo 21 e dai principali organi di stampa del Paese non era infondato», dice il neo segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso. «Si tratta di questioni - prosegue il numero uno della Federazione della stampa - che la proposta di legge con la quale si vorrebbe cancellare il carcere per i giornalisti non affronta, anzi rischia di aggravare. Dietro la facciata della cancellazione del carcere - ha osservato Lorusso - si punta infatti a introdurre nuove forme di bavaglio, a cominciare da un impraticabile diritto di rettifica, con il chiaro obiettivo di rendere sempre più difficile l'esercizio del diritto di cronaca».



«Nulla si dice, inoltre, sulle querele temerarie, che andrebbero disincentivate con apposite sanzioni, come peraltro evidenziato dalla giurisprudenza costante della Corte europea dei diritti dell'Uomo. Il rapporto di Reporter senza frontiere dovrebbe far riflettere il Parlamento italiano, spingendolo a mettere da parte qualsiasi voglia di rivalsa nei confronti dei giornalisti e a lavorare per l'approvazione di norme a tutela della libertà, dell'autonomia e del pluralismo dell'informazione, valori assoluti e irrinunciabili di ogni democrazia compiuta. Di fronte al tentativo - ha concluso il segretario generale della Fnsi - di introdurre norme volte a peggiorare lo stato della libertà di stampa i giornalisti italiani non resteranno in silenzio, ma sapranno far sentire la loro voce».