La nuova finanziaria regionale "stanga" il Consorzio per lo sviluppo industriale

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Sabato 24 Gennaio 2015, 05:09
La nuova finanziaria regionale "stanga" il Consorzio per lo sviluppo industriale di Spilimbergo e lo esclude dai contributi stanziati. Con un'interpretazione precisa del comma 107 dell'articolo 2 della legge regionale 15/2014 l'ente rivolta infatti il contenuto della norma, stabilendo che i Consorzi per lo sviluppo industriale sono soltanto quelli che operano in comuni interamente montani, e a questi è concessa l'opportunità di ricevere soldi per la creazione o l'ammodernamento di infrastrutture per l'insediamento di attività produttive nel territorio montano. Forse un primo passo verso la riforma di distretti e consorzi che prevederebbe per la pedemontana un solo Consorzio dall'unione di Spilimbergo e Maniago. «Siamo di fronte allo stravolgimento totale della norma originaria - sottolinea il presidente del Consorzio spilimberghese, Andrea Garlatti -. Il nostro complesso è montano mentre il comune lo è solo parzialmente». Il nuovo intendimento della norma pare proprio mirato a stralciare dal divendendo dei contributi la sola Spilimbergo, rispetto alle concorrenti Maniago e Tolmezzo. «È un'interpretazione clientelare - precisa - mi auguro davvero possa essere impugnata e censurata da Corte dei conti e Cassazione».
Dal 2009 la Regione non metteva nulla nel piatto, quest'anno ha messo 6 milioni di euro, sui quali pure Spilimbergo contava per la realizzazione di importanti progetti. «Avevamo chiesto 335 mila euro per la costruzione di un depuratore delle acque, 285 mila per l'acquisto di un capannone inutilizzato e 695 per il suo ampliamento, infine 1 milione e 115 mila euro per la realizzazione di un nuovo ingresso alla zona industriale, dedicato in particolare ai mezzi pesanti, dall'incrocio di Istrago». Ma ora, conferma il direttore del Consorzio spilimberghese Andrea Moro, «zero attrattive per gli imprenditori interessati all'insediamento alla Zin». Nonostante le tante promesse del vicepresidente Sergio Bolzonello. «L'acquisto del capannone risponderebbe alle richieste di quanti vogliono iniziare l'attività in affitto e valutare se il mercato permette loro di sopravvivere - conclude -. Tutte le proposte erano mirate al miglioramento del complesso, al superamento della crisi. Senza finanziamenti restaranno solo miraggi».
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