L'ultima trovata di Ryanair: da ottobre
voli senza bambini a prezzi più alti

Michael O'Leary (foto Jens Wolf - Epa)
Michael O'Leary (foto Jens Wolf - Epa)
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Giovedì 31 Marzo 2011, 16:27 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:13
ROMA - Il vulcanico capo di Ryanair, Michael O'Leary, ne ha pensata un'altra: la compagnia low cost ha annunciato oggi che introdurr a partire dal prossimo ottobre voli senza bambini.



La decisione, ha spiegato la società irlandese in un comunicato, è stata presa dopo che un sondaggio condotto tra 1.000 passeggeri in tutta Europa ha mostrato che la metà degli interpellati pagherebbe volentieri tariffe più alte pur di evitare le lagne dei "piccoli mostri" - come li definisce Ryanair - degli altri passeggeri.



Il sondaggio, sostiene la compagnia, ha rivelato che a un terzo dei passeggeri (36%) è stato “rovinato” il volo a causa dei rumorosi bambini degli altri passeggeri e che un passggero su cinque ha chiesto alla compagnia di limitare il numero di bambini sui voli. Dalla rilevazione è emerso inoltre che la maggior parte dei passeggeri dà la colpa ai genitori quando sui voli ci sono bimbi troppo molesti.



Ma ecco quali sono state le principali lamentele contro chi imbarca i figli piccoli sugli aerei Ryanair: il 50% di chi ha risposto al sondaggio è rimasto infastidito da genitori che si aspettano un trattamento speciale perché hanno dei bambini. Il 25% da chi permette ai suoi piccoli di dare fastidio ai passeggeri seduti nei posti vicini. Il 15% a chi si imbarca in ritardo e si aspetta che gli altri si adattino alle loro esigenze. Il 10% da genitori che consentono ai loro bimbi di correre nei corridoi e di prendere a calci i sedili.



«Quando si tratta di bambini tutti amiamo i nostri ma chiaramente preferiremmo evitare i piccoli mostri degli altri quando viaggiamo - ha commentato il responsabile della comunicazione di Ryanair, Stephen McNamara -. Anche se metà dei nostri passeggeri vorrebbero che separassimo le cabine tra aree per “adulti” e per “famiglie” questo non è operativamente possibile a causa della nostra politica sulla scelta libera del posto, con priorità di imbarco opzionale. Nonostante ciò, vista la chiara richiesta di voli “senza bambini”, Ryanair introdurrà voli senza bambini su rotte ad alta frequenza a partire dall’inizio del nostro orario invernale in ottobre».



Non è ancora chiaro tuttavia quanto si pagherà in più per avere il privilegio di viaggiare in aerei "child free". Sempre che O'Leary a ottobre, con il passaggio all'orario invernale, decida veramente di procedere con i voli senza bimbi. Non sarebbe la prima volta infatti che una innovazione clamorosa annunciata dal capo di Ryanair - come quelle dei bagni a pagamento o dei voli con posti in piedi - si rivelasse poi irrealizzabile. E servisse solo a fare pubblicità gratis alla sua compagnia aerea. Fra l'altro domani è il primo aprile e c'è chi ha subito pensato a uno scherzo.



Quel che è certo è che intanto, sempre oggi, Ryanair ha annunciato che addebiterà su ogni biglietto una tassa di 2 euro per recuperare i costi sostenuti per cancellazioni dei voli, ritardi e tutti quei "casi di forza maggiore" previsti dalla normativa Eu 261 «in cui la compagnia non è responsabile per i ritardi o per le cancellazioni». La compagnia ha spiegato la decisione sostenendo che «lo scorso anno ha dovuto sostenere costi per oltre 100 milioni di euro derivanti da cancellazioni e ritardi dei voli, avendo dovuto fornire assistenza per le spese legali e di compensazione derivate dalla cancellazione di oltre 15.000 voli che hanno lasciato a terra oltre 2,4 milioni di passeggeri». Da qui la decisione di farli pagare ai clienti con l'aggiunta di un nuovo balzello di 2 euro per ogni prenotazione.



Secondo Ryanair «è ingiusto e discriminatorio che le compagnie aeree debbano essere obbligate a fornire rimborsi, pasti, sistemazioni alberghiere e chiamate telefoniche in casi di sciopero dei controllori di volo, durante le chiusure degli aeroporti per cattive condizioni atmosferiche o a causa di chiusure dello spazio aereo, come nel caso del vulcano in Islanda, quando gli operatori concorrenti (treni, traghetti e autobus) non hanno la stessa responsabilità in casi di forza maggiore nei relativi regolamenti Eu 261».







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