«Scuola in lutto» è il cartello apposto, ieri mattina,

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Martedì 2 Febbraio 2016, 11:07
«Scuola in lutto» è il cartello apposto, ieri mattina, sul portone d'ingresso dell'istituto agrario Duca Degli Abruzzi dove Enrico Zanettin frequentava la classe I E.
Una classe che è stata gettata nella disperazione, per ricordare l'amico i compagni hanno deposto un mazzo di fiori bianchi sul suo banco e acceso due lumini.
Sulla porta dell'aula una foto di Enrico sorridente ma ieri mattina per loro non era un giorno di lezione ma di pianto, di ricordi e di preparazione all'ultimo saluto.
La dirigente scolastica, Anna Bottaro, molto provata come i docenti, ieri mattina ha voluto recarsi a Bovolenta dai genitori del quattordicenne così tragicamente scomparso.
«Ho incontrato solo il papà Sandro, mamma Eleonora è inavvicinabile, il dolore è troppo straziante - racconta la dirigente - è una famiglia con legami belli e profondi. Enrico era legatissimo al papà, lo aiutava nell'azienda, andava a caccia con lui a pesca: il loro era un rapporto di amicizia oltre che un legame padre e figlio».
Enrico aveva scelto l'istituto agrario per realizzare il suo sogno, occuparsi dell'azienda di famiglia. Un progetto nel quale si stava impegnando molto, lo scrutinio della sua classe è stato già svolto ed Enrico aveva ottenuto ottimi voti.
«Era un ragazzino solare, molto attaccato ai valori tradizionali, uno studente quasi di altri tempi - continua Bottaro - era legato alla campagna che lo ha visto crescere, unico figlio maschio determinato a proseguire il lavoro del nonno e del papà che si era fatto carico dell'azienda molto giovane dopo l'improvvisa morte del genitore. Con il papà aveva un rapporto per il quale facevano tutto insieme hobby e lavoro. Il dolore non è immaginabile, ora la famiglia vorrebbe solo il silenzio».
A scuola era un ragazzo apprezzato da tutti i compagni, disponibile, sensibile e interessato. «Enrico era una persona che andava incontro ai bisogni dei compagni. Ad esempio nella sua classe è arrivato uno studente, del suo stesso paese, ad anno scolastico già inoltrato».
«Lui si è subito interessato per aiutarlo - racconta la dirigente - sentiva il dovere di aiutarlo. Diceva che bisognava dargli una mano ad inserirsi, al mattino si faceva accompagnare alla fermata del pullman più lontana dalla sua casa, dove il nuovo compagno saliva sulla corriera perché sostentava che essendo poco pratico aveva bisogno di sentirsi sicuro ed inserito. Enrico era questo tipo di ragazzo».
Uno studente di quattordici anni responsabile, educato e gentile come la sua famiglia gli aveva insegnato, che aveva assordito, come sottolinea la dirigente, quei principi che forse in campagna ancora sono vivi.
Uno che non si faceva certo notare per troppa vivacità come spesso accade e che, a differenza di tanti coetanei, non riponeva le sue relazioni nell'uso di un telefono cellulare.
Una morte quella di Enrico che ha colpito tutti e nella quale anche le famiglie dei compagni di classe si sono sentite coinvolte. Ieri mattina infatti, una rappresentanza di genitori si è recata all'istituto per manifestare la propria vicinanza alla famiglia Zanettin in questo momento di dolore indescrivibile.
Tutta la scuola ha osservato un minuto di silenzio in ricordo di Enrico, i compagni della I E, con l'aiuto dei docenti, hanno discusso dell'accaduto e si sono impegnati nel preparare un ricordo collettivo da portare al funerale di Enrico.