Cassa peota sparita, sono 39 i truffati

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Martedì 2 Febbraio 2016, 03:58
Aspettano di essere risarciti ma finora nessuno è andato dai carabinieri di Mira per denunciare di essere stati ingannati. Così allo stato attuale a carico del tesoriere infedele della "cassa peota" di Oriago, pende solo la contestazione di simulazione di reato e non anche quella di appropriazione indebita. Sarebbero in 39 ma un elenco dettagliato con nomi e cognomi non ci sarebbe, così come mancherebbe anche il dettaglio di ogni singolo importo spettante. In ballo ci sarebbero 18mila euro in contanti, il cui ammanco il 66enne mirese aveva giustificato agli occhi degli amici del bar con la storiella della rapina di cui era stato vittima. Tutto era accaduto lo scorso 20 dicembre nel tragitto verso il ritrovo settimanale, un esercizio commerciale di via Lomellina, dove si stava recando guarda caso proprio per la redistribuzione di fine anno delle quote versate dai soci nei mesi precedenti. A smascherare la colossale bugia il lavoro certosino e paziente dei militari della locale tenenza del comandante Daniele Scabbia che, alla vecchia maniera, hanno vivisezionato le dichiarazioni rese dall'uomo sull'aggressione subita. Secondo il racconto fornito, quella domenica mattina verso le 9.30 mentre con la sua Punto stava percorrendo via Lomellina, uno sconosciuto gli aveva spalancato la portiera in prossimità di un dosso che lo aveva costretto a rallentare: un diretto al volto giusto come buongiorno e poi un altro dal complice che lo aveva sorpreso dal lato passeggero; colpi talmente violenti da intontirlo e provocargli una copiosa perdita di sangue. Poi i due avrebbero aperto subito il bagagliaio impossessandosi sia della scatola di scarpe dove aveva riposto il denaro che di tutta la documentazione dei versamenti. A incastrarlo in modo definitivo sono state due prove su tutte: la prima che non c'era la minima traccia ematica nell'abitacolo dell'utilitaria; la seconda che le telecamere installate lungo la via né nell'arco orario indicato, né il precedenza o dopo, non hanno mai inquadrato la Fiat del 66enne. Messo alle strette, l'ammissione di essersi inventato tutto. Le ecchimosi al volto giudicate guaribili in 10 giorni al pronto soccorso? Il pensionato, che in passato aveva gestito degli esercizi pubblici, se l'era procurate lui sferrandosi due pugni in faccia.
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