Sugli spalti c'era scritto «noi vogliamo gente che lotta».

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Lunedì 1 Febbraio 2016, 04:23
Sugli spalti c'era scritto «noi vogliamo gente che lotta». E in effetti si è lottato. Emmanuel Badu nel primo tempo ha preso a manate il compagno Cyril Thereau. Non voleva farlo ammonire per la seconda volta, mentre il francese stava protestando contro l'assistente. Ne è uscita una semi rissa tra compagni di squadra. Alta tensione, figlia del momento. Al 42'della ripresa, poi, l'apoteosi. A lottare stavolta sono i due team manager, Luigi Infurna per l'Udinese e Maurizio Manzini per la Lazio. Volano parole, scoppia un parapiglia, va in onda la riedizione della rissa che scoppiò nel 2012, con protagonisti lo stesso Infurna e il laziale Stefano De Martino. Il clima da saloon continua nel tunnel, con Alessandro Matri (appena espulso) che si mette in mezzo e non certo per fare da paciere. Udinese-Lazio è stata anche questo. Una guerra di nervi, che alla fine sono saltati. Ed è lo stesso Cyril Thereau, a spiegare l'episodio che lo ha visto battibeccare con Badu: «Io stavo solo parlando - confessa il francese - ma lui era molto nervoso. Non voleva che mi avvicinassi ancora all'assistente, ma non l'avrei fatto. Comunque alla fine è stato risolto tutto». Alta tensione in campo, alta tensione fuori, il tutto al termine del ritiro voluto dalla proprietà bianconera: «Siamo stati chiusi 10 giorni in albergo - puntualizza Thereau - e alla fine questo ha un po' innervosito i giocatori. La società però ha deciso così, e se il campo poi dice quello che ha detto contro la Lazio, allora la scelta è azzeccata. Noi siamo pagati per lavorare, punto». Punto, come quello strappato dall'Udinese ad una Lazio sprecona: «Sembra paradossale - spiega Thereau - ma l'espulsione ci ha fatto ritrovare la compattezza. Il tecnico ci aveva chiesto cattiveria, e l'abbiamo messa in campo. L'importante era non perdere, e una volta in dieci abbiamo tirato fuori tutto. Il gioco arriverà, perché ce l'abbiamo dentro e l'abbiamo già mostrato. Il mercato? Conosco bene Emil Halfredsson, ai tempi del Verona era uno dei miei preferiti. Metterà tanti palloni, è un bene averlo preso». A fine gara, poi, hanno parlato anche Kuzmanovic e Guilherme: «Il nervosismo può essere buono perché dimostra un atteggiamento grintoso da parte della squadra e oggi abbiamo dimostrato di essere anche grintosi - ha detto il Kuz - Dopo tre sconfitte non era facile affrontare un avversario forte come la Lazio». Così, invece, Guilherme: «Sono molto contento di essere rientrato e penso che tutto è andato bene e abbiamo disputato una grande partita. Siamo riusciti a giocare bene anche in inferiorità numerica e dobbiamo continuare così per cercare di vincere le prossime gare. Il nervosismo è normale durante le partite ma l'importante è che alla fine siamo tutti amici. La testa dopo la gara sta bene».
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