«L'adrenalina del dopo Tour de Ski è durata almeno 24 ore.

2 Minuti di Lettura
Martedì 12 Gennaio 2016, 04:14
«L'adrenalina del dopo Tour de Ski è durata almeno 24 ore. Stanotte non ho dormito e durante la giornata ho fatto un allenamento defaticante. Credo che la botta mi arriverà domani (oggi, ndr)». Virginia De Martin è serena e soddisfatta dopo dieci giorni fra i più intensi della sua vita sportiva grazie a una serie di prestazioni di assoluto rilievo. «Ho ricevuto tanti apprezzamenti da compagne, avversarie, tecnici, amici e tifosi - conferma la Forestale di Padola -. Mi è sembrato di tornare indietro di tre anni, sensazione però amplificata dalla consapevolezza della mia forza. All'epoca non sapevo da dove arrivassero i risultati, me li ero ritrovati addosso e forse ho faticato a gestirli. Ora invece so benissimo il lavoro che c'è dietro a queste prestazioni».
Quale è il ricordo più bello del Tour?
«Certamente l'arrivo della 10 km di Tesero, con il settimo posto finale, quando ho alzato le braccia, adrenalina pura. Ma ce n'è un altro: domenica, mentre provavo gli sci all'inizio della salita al Cermis, è comparso inaspettattamente il mio caro amico Giuseppe, uno di quelli che mi è stato vicino anche nei momenti difficili. Mi ha portato una copia del Gazzettino e nell'ultima pagina ho trovato una frase tratta da "Il piccolo principe", ovvero "Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi se lo ricordano". Ecco, quel momento è stato davvero speciale».
In questi giorni hai spesso parlato di fiducia. È veramente così importante nello sport?
«Fondamentale. Del resto lo sport è uno specchio della vita, a volte anche un po' semplificato».
Oltre alla fiducia, c'è stata anche una preparazione estiva diversa?
«Sì. Sostanzialmente il programma è quello impostato l'anno scorso da Sepp Chenetti e ora da Pierluigi Costantin. È stata importante la partecipazione a due festival di skiroll in Norvegia, dove ci siamo allenate fra l'altro con americane e tedesche. Del resto guardare all'estero per imparare dai migliori è fondamentale in ogni campo. Aggiungo che è cambiato l'atteggiamento, perché dopo l'anno scorso abbiamo capito che bisognava lavorare ancora di più».
Ventotto anni è l'età nella quale le azzurre tradizionalmente svoltano la carriera. Ci hai pensato in questi giorni?
«Sì, certo. Quando iniziai a frequentare il circuito di Coppa del Mondo, ero convinta che non sarebbe stato necessarie aspettare così tanto per ottenere buoni risultati. Invece ora mi rendo conto di quanto sia necessaria la maturazione, non solo fisica».
Ritieni che un podio in Coppa del Mondo sia alla tua portata in questa stagione o in futuro?
«Ci spero e ci credo. In questo momento è molto difficile, perché ci sono atlete fenomenali. Però intanto metto lì il mio settimo posto di sabato, curandomi il sogno e la speranza».(((tavosanisb)))