«Militari pronti ad agire sui fronti di Isis e migranti»

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Lunedì 14 Dicembre 2015, 19:19
RIVOLTO - Mentre Debora Serracchiani a Roma, con il ministro Dario Franceschini, rivendica il ruolo anti-terroristico della cultura presentando la mostra "Il Bardo ad Aquileia", alla base aerea di Rivolto casa delle amatissime Frecce tricolori, il capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano rilancia la stretta collaborazione militare con la Slovenia, affiancato dal collega di Lubiana Andrej Osterman. Un'alleanza strategica fra Paesi che «condividono il medesimo spazio sociale» e che vede impegnate truppe italiane e slovene fianco a fianco in Afghanistan, nell'Operazione Sofia e in quel Kosovo, assai poco lontano dalle frontiere friulgiuliane, che è una terra difficile con la presenza di una forza Nato comprendente 850 italiani e dove emergono, al pari della Bosnia, pericolosi focolai di jihadismo come dettano le cronache di questi giorni.
Sul fronte rovente della prevenzione di attacchi terroristici, il generale Graziano ha sottolineato che le Forze armate sono «pronte» ad intervenire sotto il coordinamento del Ministero dell'Interno. Un "discorso" che naturalmente potrebbe valere anche nell'eventualità che l'emergenza profughi dovesse farsi più severa in questa parte del Paese.
Graziano ha anche spiegato che gli eventi recenti dell'Isis hanno reso palese una constatazione: «La sicurezza interna è diventata ancora più collegata alla sicurezza esterna. Le forze quindi a disposizione aumenteranno ulteriormente in occasione del Giubileo, non soltanto su Roma, ma anche in altre aree, fino a raggiungere le 6.300 unità».
Quanto ai migranti, «l'Italia è uno dei Paesi più preparati sul tema dell'immigrazione e da noi il controllo dei flussi è a un livello molto importante», ha spiegato l'alto ufficiale. Tuttavia «il problema è la rete di immigrati clandestini che bisogna combattere - ha aggiunto -. Abbiamo però un'esperienza che dura ormai da lungo tempo. Basti pensare alla crisi libica del 2011 e prima ancora ai flussi provenienti dall'Albania».
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