Dieselgate, sotto inchiesta anche la Porsche

Dieselgate, sotto inchiesta anche la Porsche
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Lunedì 14 Dicembre 2015, 19:19
Porsche Italia Spa è sotto inchiesta per lo scandalo dei software taroccati che ha già messo in ginocchio Volkswagen. "Dieselgate" approda anche a Padova. La sede italiana della prestigiosa casa automobilistica di Stoccarda, in corso Stati Uniti, è stata perquisita per un'intera giornata dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Padova, coordinati dal procuratore aggiunto Valeria Sanzari. Le Fiamme gialle hanno passato al setaccio gli uffici della società acquisendo documentazione e supporti informatici sull'unica vettura con motore diesel prodotta dalla Porsche, l'elegante Cayenne V6, tremila centimetri cubici di cilindrata. Il lungo lavoro di verifica e di acquisizione di materiale cartaceo e informatico si è concluso soltanto nel tardo pomeriggio. Sono otto i dirigenti finiti sotto inchiesta con l'accusa di frode in commercio: tra gli altri il presidente del CdA Oliver Blume, il vicepresidente Lutz Meschke, il responsabile area vendite e marketing Detlev Von Platen, il direttore generale Pietro Innocenti, di Treviso, e il procuratore Luca Baldin, di Montebelluna. Anche le abitazioni dei due dirigenti trevigiani sono state perquisite dai finanzieri.
L'indagine della tributaria prende spunto dagli accertamenti compiuti dall'Epa, l'Agenzia protezione ambientale americana, che ha fatto emergere il gigantesco scandalo di Volkswagen, e da un esposto del Movimento Difesa del Cittadino. Epa ha notificato alla casa automobolistica di Wolfsburg una seconda violazione del Clear Air Act dopo quella di settembre, stavolta per il motore da tre litri montato in particolare su vari modelli Audi e sulla Porsche Cayenne. In altre parole Volkswagen avrebbe operato una "defeat device", ovvero la manipolazione del software che controlla le emissioni quando il veicolo viene sottoposto ad un regime di test, riducendole fino al 40% e facendo apparire le vetture meno inquinanti. Il trucco sarebbe stato scoperto utilizzando nuove e più rigide procedure di controllo, adottate dopo lo scandalo di tre mesi fa. Secondo Epa la presunta violazione riguarderebbe almeno diecimila auto negli States prodotte tra il 2014 e il 2016 tra cui vari modelli Audi e la Porsche Cayenne. Ed è concreto il sospetto che anche gli esemplari venduti sul mercato italiano siano stati "taroccati" allo stesso modo di quelli destinati alle concessionarie statunitensi. La manomissione del software attribuita a Porsche Cars America viene ora contestata, nell'ipotesi accusatoria formulata dalla Procura, anche a Porsche Italia Spa. Il compito dei finanzieri sarà quello di verificare l'intera filiera produttiva e accertare se vi sia stato un abbattimento indebito delle emissioni gassose rispetto ai valori emersi dai test. I controlli saranno estesi all'intera produzione 2015 delle Porsche Cayenne commercializzate nel nostro Paese. Volkswagen ribatte alle accuse negando di aver installato software in grado di alterare i rilevamenti sui motori della V6.
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